Tre anni fa, dopo la pubblicazione del mio primo (e finora unico) romanzo, avevo aperto questo blog intitolato come il libro, che nei progetti avrebbe dovuto essere uno spazio dedicato alla
promozione del romanzo e alle tematiche collegate, ma che poi nella
pratica è diventato una palestra di scambi di idee politiche. Nessun
successo "editoriale", nessuna rivelazione del web, nessun premio vinto,
ma una platea sufficientemente estesa di lettori da convincermi a
continuare.
Solo che conservare il titolo del romanzo non aveva molto più senso e
fra l'altro, grazie alla non particolare intelligenza di molti pasdaran
della rete, ingenerava anche qualche equivoco.
Per cui eccovi il mio nuovo blog, come al solito senza alcuna pretesa
dottrinale e aperto a tutti i commenti. Ho voluto dedicarlo a un
pensatore che ho sempre amato, il francese Pierre-Joseph Proudhon,
il primo a fornire una versione positiva del termine anarchia,
definendolo "una forma di governo o di costituzione nella quale la
coscienza pubblica e privata, formata dallo sviluppo della scienza e del
diritto, basta da sola a mantenere l'ordine ed a garantire tutte le
libertà".
Crocifisso da sempre per la sua affermazione "la proprietà è un furto",
come se fosse rivolta verso la piccola borghesia che si indebita con il
mutuo per comprare casa e non ai ricchi possidenti terrieri e gli
industriali, i cui proventi sono spesso un vero furto ai danni dei
lavoratori e ai banchieri, che sull'indebitamento spinto dall'utopia
della crescita all'infinito ci lucrano in modo spesso illegittimo, in
realtà era una persona estramente razionale, che vedeva nel diritto alla
libertà l'unica "religione civile" nella quale credere.
A presto, anche su queste pagine.
ottimo nome, ottimo blog!
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