E' il grande successo del federalismo, che da noi ovviamente non assomiglia all'organizzazione dei lander tedeschi, ma a una specie di ridicola esibizione dei propri campanili e delle proprie ignoranze. E così, dopo la incredibile sequela di arresti, accuse, denunce che hanno fatto della Lombardia la regione più indagata d'Italia, grazie anche al prezioso contributo del Pd e del suo campione Filippo Penati, ecco farsi avanti con orgoglio il Lazio, che dopo i trionfi elettorali della destra burina, fra Anagni, Rieti e Frosinone e tutta la loro paccottaglia di finta socialità, annega nel tragicomico, con l'ex attacchino obeso del Msi che diventa manovratore di ingenti somme, con le quali paga pranzi e cene a porci e cani, salvo poi venire scaricato alla grande.
In puro stile italico, manco a dirlo, nessuno pensa nemmeno a dimettersi. Dopo Formigoni che nega pure l'evidenza e va all'attacco minacciando querele ai giornali che raccontano le sue vacanze da sogno a bordo degli yacht messi a disposizione da chi beneficiava dei provvedimenti della giunta, ecco Renata Polverini, che abbigliata come un gelataio fuori stagione adotta un profilo diverso e chiede scusa, come se fosse un passante qualunque e non il capo della banda.
Il lessico? A metà fra l'arroganza qualunquista di un Alberto Sordi e la coattaggine delle due ragazzine di Ostia, quelle de "er calippo e la bìra". Sguaiata e patetica, come tutti gli ex missini della capitale, dalla ministra dei ggggiovani, Giorgia Meloni, a Rampelli, passando per Storace, Gasparri e il sindaco Alemanno. Si è chiuso un altro ciclo, come al solito in farsa.
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