La retorica estasiata che accompagna i commenti all'elezione del nuovo Papa, anche da parte di chi si professa laico, è veramente ai limiti del ridicolo. Gli editorialisti della stampa italiana, si sa, è assai difficile che possano sollevare qualche dubbio, anche sulla comica pretesa che sia davvero lo Spirito Santo a illuminare i vescovi in Conclave, impegnati invece da millenni in lotte fratricide e intestine, che di spirituale hanno sempre avuto molto poco.
La gente, invece, vuole il Santo. Costi quel che costi.
E così il fatto che Jorge Mario Bergoglio abbia nel suo armadio lo scheletro del sostegno che come tutta la Chiesa Cattolica diede alla dittatura militare argentina trova assai poco spazio sui giornali. Tanto per fare un esempio, Repubblica, campione della stampa di sinistra (e come no), ci fa un micro box a pagina 12 dopo lenzuolate di idiozie sulla "nuova Chiesa di papa Francesco", "il gesuita amico dei poveri", "l'importanza di chiamarsi Francesco", la Comunità di Sant'Egidio che parla di "un uomo di governo e misericordia" Buenos Aires che festeggia e la Kirchner che si riconcilia. Poi si legge il pezzo e di riconciliazione non c'è traccia, si racconta solo di come i due si odiassero a causa della legge sui matrimoni gay approvata in Argentina.
Ma non solo.
Quando la presidentessa avanzò la sua candidatura il nuovo Papa ebbe un pensiero davvero gentile nei suoi confronti e di tutte le donne: "Le donne sono naturalmente inadatte per compiti politici L'ordine naturale ed i fatti ci insegnano che l'uomo è un uomo politico per eccellenza, le Scritture ci mostrano che le donne da sempre supportano il pensare e il creare dell'uomo, ma niente più di questo. Abbiamo avuto una donna come presidente della nazione e tutti sappiamo cosa è successo".
Un fine pensatore del Medioevo e non si capisce tutta questa esultanza, a parte il fatto di godere giustamente della sconfitta di Scola e Formigoni (ma anche Bergoglio passa per "amico" di Comunione e liberazione, che vi credevate?).
Su internet se si prova ad avanzare qualche dubbio si viene subissati di commenti di persone che gridano al "complottismo" (che sono di solito le stesse che prima si inventano i complotti), che parlano di macchine del fango (Berlusconi ha fatto scuola), che si incazzano, insomma, perché essere informati è fastidioso.
Eppure a parlare male di Bergoglio non sono persone qualunque, né pericolosi sovversivi. Il dito contro di lui ce l'hanno puntato le Madri de Plaza de Mayo, ovvero la più importante organizzazione che si è occupata legalmente dei casi di desaparecidos, e Horacio Verbitsky, che nel boxino di Repubblica dice senza mezzi termini: "Rimango fra quelli che hanno combattuto affinché non diventasse Papa e ho perso la mia piccola battaglia".
Verbitsky è un giornalista molto popolare ed è considerato un'autorità sulle questioni dei diritti umani e come storico del periodo della "guerra sucia", la guerra sporca, l'orrore sistematico praticato dalla metà degli settanta fino al 1983 dai militari al potere e sul suo giornale Pàgina 12 si è occupato spesso del nuovo Santo subito.
Bergoglio fu implicato per la tortura sotto detenzione di due sacerdoti gesuiti che lui stesso non esitò a bollare come sovversivi, revocando loro la possibilità di dire messa. Un via libera ai soldati, che senza più la protezione della Chiesa non esitarono ad arrestarli il giorno dopo.
Non solo, ma il nuovo papa è stato più volte chiamato in causa sulla questione dei bambini che venivano strappati alle loro madri in carcere per essere adottati dalle famiglie di ricchi e militari, mentendo a più riprese sul fatto se ne fosse o meno a conoscenza.
Ora, al di là della eventuale responsabilità penale (che è probabilmente impossibile da accertare) di una delle tante tonache che chiusero un occhio, o tutti e due, quando non furono strettamente complici, a me sembra che ci sia abbastanza per discutere su questa scelta e per mettere in dubbio che il povero Spirito Santo sia veramente responsabile di tutto ciò.
Chissà fino a che punto sarà soddisfatta l'Opus Dei, che secondo molti puntava anche su di lui, ma di certo c'è che con questa scelta, sempre profondamente antiprogressista, sembra proprio che il Vaticano abbia mollato l'osso in Europa, dove ormai ha un ruolo sempre più marginale e cerchi di difendere il grande orto dell'America del Sud, di recente minacciato dalle sette Pentecostali. Si parla di tre milioni e mezzo di cattolici che ogni anno,
in America Latina, diventano pentecostali. In Brasile nel '91 i pentecostali erano il 10%
della popolazione (13 milioni), e oggi sono già 22 milioni. Per non parlare del fatto che ormai tutto il continente è nelle mani della sinistra, anche quella un tempo guerrigliera.
Serviva un rimedio urgente. Tipo un bel papa nero. Nerissimo, direi.
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