Le dimissioni di papa Josef Ratzinger erano annunciate da tempo. Almeno da un anno circolavano le voci e gli articoli di stampa che parlavano dell'ipotesi, quasi senza precedenti. Oggi la definitiva resa: a 85 anni il principale nemico della modernità nel mondo occidentale sente il peso degli anni e getta la spugna.
Un atto sensazionale, che ovviamente ha dato la stura a uno tsunami di commenti da parte di tutto il mondo politico e cattolico italiano, che come al solito si distingue per la sua straordinaria propensione al lecchinaggio. Papa Benedetto XVI era bravo, buono e bello, anche se non è ancora morto, e soprattutto anche un grande studioso.
Chi l'ha detto? Boh. Non so, mentre scrivo su Sky ne stanno dibattendo Rocco Buttiglione e Gaetano Quagliariello (due nomi e due facce memorabili, il primo è quello che si è fatto cacciare dalla Commissione europea per le sue posizioni omofobe, il secondo è quello che sbraitava dando dell'assassino al padre di Eluana Englaro), oltre a un prete con gli occhiali che sembra la parodia di padre Pizarro.
Ha scritto dei libri su Gesù quindi doveva essere uno studioso: infatti è a lui che si deve la fondamentale scoperta della inesistenza in vita del bue e dell'asinello nella grotta di Betlemme, una novità rivoluzionaria della quale si sentiva davvero la mancanza.
A parte i cattolici integralisti che vedevano in lui un faro della conservazione dei valori medioevali, gli altri non si capisce cosa rimpiangano. Da Prefetto per la congregazione per la dottrina delle fede, Ratzinger è stato il braccio armato di papa Karol Wojtyla nella repressione della cosidetta teologia della liberazione, promossa da tanti sacerdoti sudamericani contro le dittature militari di quel Continente, finanziate dalla Cia e apertamente appoggiate dai vertici ecclesiastici, e come il suo predecessore polacco ha sempre criticato le pur timidissime aperture al secolo moderno introdotte da Giovanni XXIII con il Concilio Vaticano II.
Come se non bastasse, il 18 maggio 2001 la Congregazione emanò, con la firma di Ratzinger e del segretario Tarcisio Bertone, una Lettera
indirizzata ai vescovi di tutta la Chiesa cattolica e agli altri
ordinari e prelati interessati, nella quale si ordinava
di condurre sui delitti di pedofilia commessi all'interno della istituzioni religiose inchieste riservate, col vincolo
del segreto (Secretum pontificium) e quindi l’obbligo di non darne
informazione alle autorità civili. La direttiva fu approvata anche dal
papa allora in carica, Giovanni Paolo II e orientò il comportamento
delle autorità ecclesiastiche fino a poco tempo fa.
Come papa, ha commesso una serie interminabile di gaffe, dall'assurdo discorso di Ratisbona con il quale a momenti provocava una mezza guerra santa con gli islamici, alle ultime dichiarazioni sui preservativi e sull'Aids, che hanno fatto ridere (per non piangere) quasi tutto il mondo.
Se ne va un uomo vecchio, solo e drammaticamente superato dalla storia. Il Vaticano troverà di sicuro qualcuno peggiore.
Nessun commento:
Posta un commento