lunedì 4 febbraio 2013

Imu e reddito di cittadinanza: Silvio le spara grosse e il democristiano Bersani si indigna

La campagna elettorale sta prendendo una tristissima piega. Il Caimano tenta il tutto per tutto per recuperare posizioni contando sulla basilare ignoranza dell'elettorato che lo ha fin qui sostenuto e per far dimenticare a gente dalla memoria sempre assai corta una ventina d'anni di porcherie e grossolana incapacità di governare. 
Vale tutto: dall'abolizione dell'Imu sulla prima casa e la sua restituzione in contanti, al condono tombale che in fondo è il sogno di una buona metà del paese, che vive di evasione fiscale ed economia in nero.
Se Silvio Berlusconi è sempre di più la parodia di se stesso, bisogna anche dire che a sinistra non sono da meno. Perché non c'è alcun progetto di rilanciare i consumi, nessuna proposta, nessuno slancio: ci si limita a "indignarsi" per le proposte degli altri. Poi siccome le liste sono piene di democristiani, industriali, assicuratori, banchieri e professori universitari più a destra di Elsa Fornero, si fanno anche delle sonore figure di cacca.
Se si prova a parlare di patrimoniale si spaventa anche Stefano Fassina, che non ne può più di sentirsi dare del comunista, lui che può vantare la laurea più trendy del momento, quella della Bocconi (come Mario Monti e Nicole Minetti, per dire, con la differenza che il primo non si è rifatto le tette). 
La patrimoniale? Giammai. La tassazione dei ricchi? Vade retro. Hai visto mai che ci succede come in Francia, che è scappato Gerard Depardieu? Da noi chi potrebbe fuggire? Rocco Papaleo? Checco Zalone? Fabio Fazio (che guadagna molto di più di Depardieu)?
Le tasse alla Chiesa? Non si può, altrimenti come minimo si incazza il parroco di Bersani, che nel suo pantheon mica c'ha Marx o Berlinguer, ma papa Giovanni XXIII.
Abolire l'Imu sulla prima casa? Non diciamo eresie, non si può, l'ha detto pure Monti e si sa che con Monti non bisogna scherzare, perché dobbiamo farlo rientrare dalla finestra per avere una maggioranza al Senato.
Il reddito di cittadinanza? Qui Bersani si è detto addirittura "indignato" per la proposta di Beppe Grillo, accusandolo di demagogia nelle piazze (infatti gli ha fregato piazza San Giovanni, che di questi tempi il Pd non avrebbe riempito neanche se faceva suonare Vasco Rossi).
La scusa è sempre la stessa: bambole non c'è una lira, soprattutto perché non ci possiamo permettere di tagliare tutti gli assurdi sprechi di denaro pubblico grazie ai quali anche il Pd prospera felice. 
L'Imu sulla prima casa vale 4 miliardi di euro, la stessa cifra regalata al Monte dei Paschi di Siena per coprire i buchi fatti dal suo management, mentre il reddito di cittadinanza (che in Europa esiste ovunque tranne che nei paesi come noi, reduci da dittature recenti, quali Spagna, Portogallo e Grecia e quelli dell'ex blocco comunista), secondo Andrea Fumagalli, professore associato di economia politica all’Università di Pavia, costerebbe poco meno di 35 miliardi per 720 euro al mese agli otto milioni e mezzo di persone che vivono al di sotto della soglia di povertà. Calcolando i sussidi già esistenti (pensioni sociali e di invalidità, sussidi di disoccupazione, indennità e casse integrazioni che anderebbero assorbiti da questo), le risorse da aggiungere sono pari a 15,7 miliardi. Una cifra abbordabile che dovrebbe essere a carico della collettività (e non finanziata dai contributi sociali dell’Inps, come avviene oggi, il trucco per far finire i conti dell'Istituto in passivo e poi sbraitare con la bava alla bocca sostenendo senza timore di contraddittorio che i pensionati vivono al di sopra delle loro possibilità).
Come si trovano i soldi? 
Non so alla Bocconi, ma altrove i "tecnici" universitari parlano ad esempio di una tassazione sulle transazioni finanziarie (basterebbe lo 0,01%), sui diritti di proprietà intellettuale, sui grandi patrimoni immobiliari, sull’uso delle forme contrattuali atipiche (per esempio, introducendo l’Iva sull’intermediazione di lavoro effettuato dalle agenzie interinali, che sfruttano il business della precarietà). 
Senza contare che basterebbe sopprimere l'acquisto di quelle bare volanti che rispondono al nome di F-35, i caccia invincibili che non possono uscire col temporale altrimenti prendono freddo e cadono, per risparmiare almeno 15 miliardi. 
E poi, hai visto mai, si potrebbe anche mettere mano alle pensioni d'oro, come quella di oltre centomila persone tipo Giuliano Amato, che guadagna 31 mila euro al mese e che il Pd ogni tanto riesuma come candidato a qualche cosa (ultimamente al Quirinale, dove si troverebbe benissimo, visto che le spese per mantenere la Presidenza della Repubblica sono più alte di quelle della Casa Bianca o di Buckingham Palace). Un tetto di 4.000 euro a queste retribuzioni vitalizie fuori da ogni logica sarebbe troppo "comunista"? Troppa demagogia?
Ma questa sinistra che diavolo ci sta a fare? Cosa proporrà mai per dare un po' di fiato a un paese alla canna del gas?
Nulla. 
Si va avanti così, come si è sempre fatto, sotto braccio a preti e proprietari di fabbrichette, evasori fiscali e militari, fabbricanti d'armi e palazzinari, ex sodali di Craxi, Andreotti e Forlani.


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