Il presidente Giorgio Napolitano, che da tradizione giornalistica non parla ma dispensa "moniti", ha accusato di "grave leggerezza" coloro che di fronte al capolavoro del governo tecnico che istituzionalizza il conflitto di interessi nella politica italiana (prima appannaggio del solo presidente del Consiglio) hanno osato parlare di "democrazia sospesa". Ma in una giornata come questa, in cui la Camera salva per l'ennesima volta un parlamentare dalle manette grazie al solito mercato delle vacche dei voti e la massima autorità giudiziaria cancella la richiesta di partecipazione di milioni di cittadini che hanno firmato i referendum sulla legge elettorale, che altro si potrebbe commentare?
E' chiaro che le due mosse sono strettamente politiche e servono a mantenere in piedi il sobrio esecutivo dei tortellini e del cotechino con lenticchie, in modo che possa completare il suo operato in favore degli amici.
I soliti accattoni della Lega hanno fatto la voce grossa contro Nicola Cosentino, detto "Nick 'o americano", inseguito dalla magistratura per le sue collusioni con la camorra, la criminalità organizzata più sanguinaria del mondo, e invece oggi hanno fatto i soliti pesci in barile assieme alla solita pattuglia di radicali, fedeli nei secoli a questioni di principio a volte discutibili (e sempre preoccupati per i finanziamenti alla loro emittente, anche di recente confermati). Risultato, l'ex sottosegretario all'economia (poi dice che c'è la crisi) resta libero e bello e la stampa internazionale torna a fare titoli sull'Italia che c'ha i mafiosi in Parlamento (e che volete farci, 'sta cosa oltre confine non va proprio giù).
Non passano neanche due ore e arriva un'altra bella botta, peraltro largamente annunciata: la Corte Costituzionale ha detto no a entrambi i quesiti del referendum per l'abrogazione del Porcellum, la legge elettorale partorita da una delle menti migliori del paese, Roberto Calderoli detto per l'appunto "il Porco". Si dice che le sentenze non si commentano, ma come al solito diversi giornali hanno scritto da giorni che sarebbe andata così, fornendo anche i numeri dei giudici a favore e di quelli contrari. Probabilmente perché era molto chiaro che in caso di referendum, che avrebbe ottenuto una vittoria schiacciante, se ne sarebbero andati tutti a casa, da Monti ai suoi tecnici, da Berlusconi a suoi gasparros, da Bersani alla sua debole opposizione, fino ai radicali che si spera in futuro non ottengano altre grazie come quella concessa da Veltroni che li ha riportati in Parlamento.
La nostra democrazia non sarà sospesa, ma quantomeno molto, molto approssimativa.
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