Altro che la riconferma di Barack Obama, che a dispetto dei sondaggisti di chiara fede repubblicana ha battuto abbastanza facilmente il suo impresentabile rivale, mormone e miliardario. Il vero volto dell'America che cambia è il referendum con il quale gli abitanti dello stato di Washington (nord ovest degli Usa) e del Colorado (centro) hanno legalizzato l'uso della marijuana "a scopo ricreativo" autorizzandone il possesso personale fino a 28 grammi e l'acquisto presso negozi specializzati.
Non si tratta, si badi bene, dell'autorizzazione a scopo terapeutico fin qui accettata in altri 17 Stati dell'Unione (ieri si è aggiunto anche il Massachussetts), ma riservata solo a persone affette da gravi patologie. Qui ci troviamo in presenza di una svolta storica, perché questi due Stati hanno varato un principio che non esiste in nessun altro paese del mondo, neanche in Olanda dove vige la "one blind eye policy" (la politica del chiudere un occhio) ma dove il consumo di marijuana non è tecnicamente legale. Qui è passato il concetto che un maggiorenne ha tutto il diritto di fumare una canna anche solo per farsi quattro risate con gli amici, essendo comunque opportunamente informato dei rischi che corre.
Dopo oltre trent'anni di folle "guerra alla droga", costata almeno cento miliardi di dollari solo fra il 1981 e il 1994 e voluta dal cowboy Ronald Reagan, l'idea dell'inasprimento delle pene nei confronti dei consumatori sta definitivamente tramontando. Già mezza America Latina, insanguinata dalle lotte fra bande del narcotraffico, ci sta seriamente ripensando e questa breccia aperta nel cuore di una delle nazioni che ha contribuito a rendere la droga un affare senza eguali sembra il primo passo di una lenta e inesorabile avanzata.
In Italia delle politiche reaganiane si innamorò prima Bettino Craxi, che fece firmare una legge assurda dal socialista Vassalli e dalla democristiana Rosa Russo Jervolino, la stessa che invece di finire nel dimenticatoio sarebbe in seguito diventata sindaco di Napoli coi voti della sinistra. Si rischiava una condanna penale con meno di mezzo grammo in tasca. Fortunatamente fu cancellata da un referendum nel 1994, per poi essere ripresa sia pure in versione un po' meno punitiva da altri due campioni della democrazia italica, l'ex missino Gianfranco Fini che per l'occasione la firmò in compagnia di Carlo Giovanardi, un nome una garanzia.
Ecco, su un argomento come questo, c'è anche solo una delle sole presunte coalizioni che si presenteranno alle prossime elezioni che abbia un programma preciso? Purtroppo neanche all'interno dei singoli partiti. Ed è solo un esempio, per quanto importante, del fatto che certe riforme di civiltà non si faranno mai. O perlomeno non le farà mai QUESTA sinistra.
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