Uno dice che se non voteranno per lui gli americani faranno la fine dell'Italia. L'altro in uno spot elettorale ci infila la lombrosiana faccia di Sergio Marchionne, l'uomo che (per ora) ha salvato la Chrysler e sta smantellando (qui con successo) la Fiat. E' la triste immagine del nostro paese che esce dalla campagna per le presidenziali degli Stati Uniti, con il candidato repubblicano Mitt Romney che un po' in difficoltà negli ultimi sondaggi fa la Cassandra: "Le politiche del presidente Barack Obama ci ridurranno a una situazione di difficoltà come quella che in Europa vediamo in Paesi come Italia e Spagna. Se siete un imprenditore - ha detto durante un comizio in Virginia - e state pensando di avviare un'attività dovete chiedervi: è l'America sulla strada della Grecia?".
Il presidente in carica, invece, utilizza il nome del manager più contestato dell'intera nazione per smentire la notizia contenuta in uno spot di Romney, secondo la quale la Fiat-Chrysler, a cui fa capo il marchio Jeep, aveva deciso di spostare la produzione delle fuoristrada dall'Ohio alla Cina. Marchionne ha scritto una lettera ai dipendenti per chiarire che la Jeep resta in Usa, scrivendo che "non sarà mai trasferita in Cina e insinuare qualcosa di diverso è sbagliato".
Non ci crederete mai, ma Obama si è fidato. Come il turista americano che compra la Fontana di Trevi da Totò.
Fra la miseria della bancarotta e la lotta di classe al contrario. Questa la fine che abbiamo fatto.
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