In questa situazione che anche a Kafka sembrerebbe leggermente eccessiva, ci tocca ringraziare quei grandi statisti della Lega se non ci siamo ritrovati con Giuliano Amato, il vice-ladrone del Psi (come per stessa confessione dei figli del ladrone leader), presidente del Consiglio per la terza volta, dopo che le prime due sono state da brivido.
A questo ci siamo ridotti. Perché ci si ricordi dell'epoca dei grandi ladrocini di massa, prima che arrivasse quella dell'uomo solo al comando della banda, ci vogliono ancora le camicie verdi, che tutto sommato da quella stagione di Tangentopoli ebbero il primo grande traino per la ribalta della politica nazionale.
Sul fronte del Partito Democratico, invece, si segnala l'ennesimo abisso. Confermando quello che vado pensando da tempo, ovvero che Giorgio Napolitano odia il Pd più di Berlusconi, il presidente ha dato l'incarico a Enrico Letta, vicesegretario del partito dimissionario dopo la grande catastrofe, mettendo con le spalle al muro ogni possibilità di dissenso interna alla quale ogni persona di buon senso sperava di aggrapparsi.
Invece, mai 'na gioia anche stavolta. Ecco al governo l'uomo che anche in tempi non sospetti ci aveva regalato il suo manifesto di devozione all'inciucio ("Il Popolo delle Libertà? E' meglio di Beppe Grillo") o indimenticabili perle di diritto ("Berlusconi ha il diritto di difendersi nei processi e dai processi").
Come faranno la Bindi, i prodiani, i giovani turchi e i bersaniani allo sbando a dire no a un governo guidato dal numero due del partito?
Non si può più fare, a meno che - ma sarebbe un miracolo di lungimiranza politica che nessuno ha mai dimostrato neanche lontanamente di avere - non si proceda immediatamente alla scissione di questa schifezza ingovernabile.
Anche perché tutte le porcate che l'esecutivo del nipote del braccio destro di Silvio sarà costretto ad approvare peseranno ancora una volta come un macigno sull'opinione pubblica. E la targa dei "puzzoni" sarà ancora una volta ad appannaggio del Pd.
Un nuovo enorme cetriolo. Grazie, presidente.
Anche perché tutte le porcate che l'esecutivo del nipote del braccio destro di Silvio sarà costretto ad approvare peseranno ancora una volta come un macigno sull'opinione pubblica. E la targa dei "puzzoni" sarà ancora una volta ad appannaggio del Pd.
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