Dopo oltre un mese passato a giurare sulla sua innocenza, a paragonarsi a Gesù Cristo sulla croce, a inveire contro i giornali che lo bombardavano ad alzo zero sulle sue pericolose amicizie e la sua passione per il lusso, è finalmente crollata la maschera di gesso dell'ultimo zar cattolico italiano, il "celeste" Roberto Formigoni, noto per la sua dichiarata verginità e per le sue camicie da minorato mentale. La Procura di Milano ha finalmente confermato che il governatore della Lombardia è indagato per corruzione internazionale in concorso con
Pierangelo Daccò, il presidente della Fondazione Maugeri Umberto
Maugeri, Costantino Passerino, ex direttore amministrativo della
Fondazione, Antonio Simone, ex assessore regionale alla Sanità negli
anni ’90, e altri.
I magistrati contestano al governatore fatti
commessi a Milano e all’estero tra il 2001 e 2011, ma sono oltre vent'anni che questo tipico personaggio del mondo cattolico italiano imperversa senza freno, legando il suo nome a una serie impressionanten di guai giudiziari e impicci di ogni genere.
Eppure, tutto il viscidissimo apparato di cui si è sempre fregiato di far parte, quello di Comunione e Liberazione, lo ha sempre incensato e benedetto come uomo della Provvidenza. Evidentemente come si mangiava bene con lui...
Chissà quest'anno le risate al penoso meeting di Rimini. Ci sarà ancora la fila per farsi fotografare insieme al modello cartonato di quest'ultimo esemplare di democristiano pescato con le mani nel sacco?
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