Corruzioni decennali, rapporti con i servizi segreti, legami stretti con la Dc che nella prima repubblica gli forniva finanziamenti a pioggia, condanne e crack finanziari e rapporti privilegiati con il nuovo padrone del vapore, Silvio Berlusconi. Fino ad oggi don Luigi Maria Verzé sacerdote della diocesi di Verona e fondatore dell'ospedale San Raffaele, non si era fatto mancare niente, con i suoi tentacoli da piovra sparsi per le maglie larghe degli sprechi sanitari a favore delle strutture private, fino al crack da 900 milioni di euro, subito coperto dagli amici in Vaticano che quando sentono puzza di cadavere e affari non si fanno certo pregare. Naturalmente al posto di don Verzè, incriminato in passato per corruzione e truffa, gli amici preti non hanno scelto personaggi proprio cristallini per essere rappresentati nel consiglio di amministrazione, dove siederanno il presidente dell’ospedale Bambino Gesù di Roma Giuseppe Profiti (condannato in secondo grado per corruzione) e il presidente della banca vaticana, Ettore Gotti Tedeschi (ancora indagato per riciclaggio). Tutto nella norma, insomma, fino a stamattina quando con un colpo di pistola in testa si è tolto la vita Mario Cal, braccio destro di donVerzè e la farsa ha assunto i connotati del thriller, come ai bei tempi di Calvi, Marcinkus e del Banco Ambrosiano.
Con le tonache e i politici qui da noi non ci si annoia mai.
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