E' bello sapere che mentre siamo più o meno sull'orlo del baratro, alla guida dell'economia italiana ci sia un genio come Giulio Tremonti, l'uomo che sa scegliere le misure da adottare (leggi tagli indiscriminati a tutto quello che si può tagliare, come farebbe un ragioniere fresco di diploma) e soprattutto i suoi collaboratori. Mentre sui mercati internazionali gli speculatori ci stanno facendo lentamente a pezzi (è il capitalismo, bellezza), la nostra finta manovra economica, che tutti sono pronti a modificare per i loro interessi di piccoli corporativisti, non sembra davvero convincere nessuno.
Si prepara una nuova stagione di lacrime e sangue ed è bello apprendere dalla stampa di questi giorni che il principale consigliere del ministro, Marco Milanese, un ex ufficiale della Guardia di Finanza che come molti suoi colleghi ha scavalcato la staccionata ed è finito a fare l'informatore degli imprenditori sotto indagine, è un maniaco compulsivo del lusso e oltre ad avere il garage pieno di macchinoni impossibili (che cazzo ci fa uno a Roma con una Ferrari da 260 mila euro?), paga anche 8.500 euro al mese per un appartamento dove va a dormire Tremonti. E poi orologi, vacanze stile cinepanettone a New York e cinque cassette di sicurezza in banca nelle quali gli inquirenti sperano di mettere le mani, per non parlare del vorticoso giro di contatti per influenzare le nomine nelle aziende pubbliche, che dagli anni di Bettino Craxi in poi è stato sempre un classico.
Oggi il cancelliere tedesco Angela Merkel ha telefonato a Berlusconi pregandolo di approvare in fretta una manovra che non c'è. Provate ad immaginare cosa sarebbe successo in Germania se il consigliere del Ministro dell'Economia lo avessero pescato a fare un terzo delle cose di cui è accusato Milanese. Da noi Tremonti ha fatto finta di nulla, limitandosi a promettere che non andrà più a dormire nel principesco appartamento che gli era stato prestato e pagato (ovviamente a sua insaputa). Alla fine, la differenza fra noi e i crucchi e tutta più o meno qui.
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