Siamo tutti delle malelingue, me compreso. Abbiamo riso fino alle lacrime dell'ultima trovata della casta, il pellegrinaggio in Terra Santa per allungare il periodo di chiusura della Camera e le ferie, e invece si trattava di una "grande esperienza umana" per i parlamentari e le loro famiglie, tutti insieme sul torpedone a cantare stornelli (o a recitare il rosario). A svelare la nostra inutile cattiveria è stata quell'anima candida di Paola Binetti, la neuropsichiatra infantile (forse perché è in cura da se stessa) dell'Opus Dei, passata dalla Margherita al Pd, per poi finire nell'Udc, eletta due volte grazie alla legge elettorale porcata (anche perché chi diavolo mai l'avrebbe votata?). "Un modo per conoscersi, avvicinarsi, creare rapporti che tra le mura dei palazzi del potere non potrebbero mai nascere. Ripeto è un' esperienza bella e davvero particolare", racconta la nostra picchiatella che dorme su una tavola di legno e porta il cilicio, perché "ci costringe a riflettere sulla fatica del vivere, è il sacrificio della mamma che si sveglia di notte perché il bimbo piange" (non ridete, non ancora). Fustigatrice degli omosessuali (perché probabilmente lei si reprime) e della libera scelta delle donne in materia di procreazione assistita e aborto (tanto non sono problemi suoi), la Binetti è tristemente nota come una della pattuglia dei teodem, che raccludono fra gli altri il pregiudicato Enzo Carra e un gruppetto di transfughi da sinistra a destra, andata e ritorno. Intervistata dal Corriere della Sera, si è risentita del fatto che quest'anno le hanno rovinato le vacanze, con tutte queste proteste da parte dei soliti straccioni che si indignano delle magagne sue e dei suoi simili. Ci teneva tanto alla bella gita, una tradizione fin qui guidata da un altro campione, l'ex cappellano della Camera, mons. Rino Fisichella (quello che a Berlusconi perdona sia le bestemmie, sia il fatto di essere un divorziato puttaniere).
Se non fossero delle iene, farebbero pure tenerezza.
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