Io la penso esattamente come il giudice che è stato diffamato dai due peggiori straccioni che la stampa italiana possa annoverare: il carcere non si augura a nessuno. Ma se veramente il Quirinale si muoverà per la grazia ad Alessandro Sallusti, come anticipato dal solerte portavoce su Twitter (dove ha già combinato una serie infinita di casini), si tratterà dell'ennesimo pacchiano errore dell'ex stalinista Giorgio Napolitano.
Fanno francamente ridere gli appelli del sindacato dei giornalisti e dei suoi colleghi della stampa berlusconiana, con il mefitico direttore del Giornale descritto come il nuovo Silvio Pellico. La realtà è che si tratta di un uomo che guadagna cifre da capogiro che non ha neanche il coraggio di dichiarare, per guidare una testata che incassa una marea di soldi pubblici e ha i bilanci in rosso da molti anni. E che sconterà la condanna ai domiciliari in una palazzina di 920 metri quadri su quattro piani, con piscina coperta e per giunta rivestita in madreperla, di proprietà della sua compagna Daniela Garnero ex Santanchè, un'abitazione così sobria da essere definita "una specie di Billionaire sulla terraferma": camera con letto king size rivestito da coperta di lince, bagno con rubinetti d'oro, un
De Chirico sul caminetto tanto per gradire, poltrone in coccodrillo australiano e il tavolo dove si fa colazione rivestito di pelle di zebra (roba da chiamare la protezione animali).
Ecco, parlare di grazia a quest'uomo, che ha pubblicato in prima pagina un articolo scritto da un collaboratore dei servizi segreti radiato dall'Ordine dei Giornalisti, che per sostenere un'assurda tesi antibortista ha scritto una marea di falsità contro un magistrato che ha solo applicato la legge (perché in Italia esiste la LEGGE 194 e dopo 34 anni sarebbe ora che i cattolici della domenica se ne facessero una ragione), che senso ha di fronte alle carceri che straboccano di poveri sfigati, come gli immigrati pizzicati a vendere cd falsi, i tossicodipendenti (ma anche ragazzi qualunque) presi con pochi grammi di droga, i ladri di piccolissimo cabotaggio inchiodati da leggi mostruose sulla recidiva?
Da quando è salito al Colle, Napolitano ha fatto molto raramente ricorso alla grazia. In quasi sette anni l'ha concessa solo 18 volte, contro le 114 concesse da Carlo Azeglio Ciampi, le 339 di Oscar Luigi Scalfaro e le 1.395 di Francesco Cossiga. Sandro Pertini ne concesse addirittura 6.095 e il record spetta a Luigi Einaudi con 15.578.
Concederla a zio Fester Sallusti sarebbe veramente l'ennesimo inciampo per un presidente che solleva conflitti con i magistrati come se non fossero un potere dello Stato, dalle leggi a favore di Berlusconi firmate (e poi stroncate dalla Consulta) fino all'assurda telenovela delle intercettazioni telefoniche delle sue amabili conversazioni con l'imputato Nicola Mancino.
E la Fnsi, il sindacato dei giornalisti, pensi a quella massa di precari che lavora nelle stesse testate che concedono stipendi milionari ai propri direttori in cambio di stipendi da fame, invece di invocare anacronistici provvedimenti di grazia.
Il presidente NON gli dia la grazia !
RispondiEliminaSallusti sarä l'emblema della malagiustizia italiana, un autogol che dere durare 1e4 mesi per i magistrati !!
Silvio Pellico ai piombi, Sallusti.. dalla Santanchè
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