Miracoli del montismo. Da quando i democristiani del Vecchio Continente hanno deciso di averne abbastanza di Silvio e puntano le loro fiches sull'uomo del loden, gli scenari dipinti dai commentatori si tingono di assurdo.
Oggi da una parte c'è Libero, che dà per certa la fuga dal Pd di ben 33 fiori all'occhiello, guidati da uomini carismatici come "le truppe di Beppe Fioroni, gli uomini di Walter Veltroni e quelli vicini a Dario Franceschini" (la créme de la créme, insomma), folgorati sulla via di Damasco dal possibile impegno politico del professore.
Sull'altro fronte risponde Repubblica, che ipotizza un analogo esodo dal Pdl di un manipolo di ex fedelissimi delusi da Silvio, roba forte come Beppe Pisanu (giovane virgulto politico di 75 anni), Raffaele Fitto (ex presidente della Regione Puglia rinviato a giudizio per diversi reati e per il quale i magistrati avevano anche chiesto l'arresto), Maurizio Sacconi, Gaetano Quagliariello, Alfredo Mantovano (tre firmatari della celebre lettera ai cattolici nella quale si chiedeva di sospendere ogni giudizio morale nei confronti di Berlusconi malgrado le accuse di prostituzione minorile, mentre magari si dava dell'assassino al padre di Eluana Englaro) e Gianni Alemanno (il sindaco che neanche Silvio vorrebbe ricandidare, visto che a Roma il suo fallimento è dato per acclarato da tutti).
Ecco, se questi sono i nomi che Monti riesce ad attirare nel suo polo dei "moderati", direi che il Partito Popolare europeo si sta scavando la fossa da solo.
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