Non ho visto il film "Diaz" che racconta la triste vicenda di uno degli episodi peggiori della storia repubblicana, definito da Amnesty International "la più grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la Seconda Guerra Mondiale". Ho letto tuttavia che ha fatto giustamente molto scalpore, e molti giornali hanno ospitato le lettere indignate di tanti lettori che non si erano resi conto fino in fondo del dramma accaduto a Genova nel luglio del 2001. La cosa che indigna di più, oltre alla cieca violenza praticata da rappresentanti in divisa, è che i macellai dell'epoca "stanno tutti bene".
Meglio di tutti sta Gianni De Gennaro, che da capo dell'intelligence (!) è stato nominato oggi sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Guarda caso, il signore in questione era il capo della polizia italiana ai tempi della più grande operazione repressiva avvenuta nell'Italia democratica.
Nel 2008 venne
chiesto il suo rinvio a giudizio per istigazione alla falsa
testimonianza, avendo fatto pressione sull'ex questore Francesco Colucci
affinché dichiarasse il falso sugli eventi alla scuola Diaz. De Gennaro è stato assolto in primo grado, condannato in appello ad un anno e quattro mesi di
reclusione, e poi definitivamente assolto alla fine dello scorso anno dalla Cassazione, malgrado le ombre e i dubbi sul suo ruolo non siano mai stati del tutto fugati. Questo, in un paese normale, sarebbe bastato e avanzato per farlo scomparire per sempre dalla scena pubblica.
Era proprio necessario, dopo la "macelleria messicana", mantenere un personaggio del genere a occuparsi di servizi segreti e ora a prendere uno stipendio a Palazzo Chigi? Tanto per essere ancora una volta chiari su da che parte sta Mario Monti.
Nessun commento:
Posta un commento