martedì 15 gennaio 2013

Casini, la Dc e i valori della famiglia (la sua)

Quando sentite un democristiano parlare dei sacri valori della famiglia dovete credergli. E' dai tempi dello sbarco degli americani in Sicilia che la Famiglia, quella con la F maiuscola, è in cima ai pensieri dei notabili dello scudocrociato e dei loro ex portaborse diventati politici di qualche peso anche nella Seconda, e ben più tragica, Repubblica. 
Inutile ricordare qui come lo scudo crociato sia stato per anni il riferimento politico della criminalità organizzata, da Andreotti a Salvo Lima, a Ciancimino. I tempi sono cambiati e oggi la famiglia è quella da piazzare negli strapuntini della macchina del potere, con vecchie zie, cognati, fratelli e fidanzatini in attesa di un posto al sole in lista (miracoli del porcellum). 
Come sempre però i democristiani fregano tutti.
Pensate a Pierferdinando Casini, che nelle liste dell'UDC, orfane di campioni come Totò Cuffaro, è stato capace di buttarci dentro la moglie del fratello, il fidanzato della figlia e il marito della sua portavoce, oltre al nipote di Ciriaco De Mita. L'uomo che si prefigge di difendere l'identità cristiana è naturalmente divorziato dalla prima moglie, che ha lasciato per sposare l'erede dell'impero Caltagirone che ha una ventina d'anni meno di lui (come tutti i leader dei partiti che dicono di essere di ispirazione cattolica). 
Ecco, il campione che una parte del Pd non smette di corteggiare e che piace tanto al professor Monti, l'ex portaborse di Arnaldo Forlani (l'ex segretario della Dc condannato in via definitiva a due anni e quattro mesi di reclusione per la madre di tutte le tangenti, quella di  Enimont) è uno dei tanti che tuona contro le unioni civili e i matrimoni gay, lo stesso che utilizzava la carta intestata della Camera dei Deputati (della quale era presidente) per esprimere la sua solidarietà a Marcello Dell'Utri.
Poi uno guarda i sondaggi e vede che forse vale meno del 4%.
E il povero Bersani è costretto a chiedere a Ingroia (per il quale i consensi sono decisamente maggiori, ma gli strateghi del Pd avevano completamente sottovalutato il fatto) di desistere dal presentare la sua lista nelle regioni dove la partita è ancora in bilico. 
Forse 'sta vittoria mica è tanto certa.


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