Lui come Silvio è convinto che in democrazia contano i sondaggi (quelli fatti dagli amici), lei si racconta al direttore preferito di Silvio e appare in tutto lo splendore della follia del suo parrucchiere sulla copertina di una rivista che fino a pco tempo fa sbatteva in prima pagina culi, tette, nani e ballerine.
E' la sobria famiglia Monti, la versione grigio topo del berlusconismo, con il buon Mario che da Tokyo la spara davvero enorme, sostenendo che la riforma del lavoro - come la vogliono lui e la ministra piangente - si farà perché , "questo governo sta godendo un alto consenso nei sondaggi e i partiti no". Non ci crederete, ma l'omino ha "l'impressione che la maggioranza degli italiani percepiscano questa riforma del lavoro come un passo necessario nell'interesse dei lavoratori". Lui, che nella sua vita non ha mai frequentato niente di diverso dalle università private e dai circoli chiusi dell'altissima borghesia, è convinto che gli italiani abbiano la "percezione" che la riforma del lavoro "alla fine promuoverà l'interesse dei lavoratori, sia attuali che futuri, in modo più efficace di quanto non lo faccia l'attuale sistema che, mi spiace, ma scoraggia le imprese italiane dagli investimenti nel Paese, così come quelle straniere", ha detto ripetendo una falsità epocale smentita perfino da quei comunistacci della Confindustria.
Lei, la grigio-azzurra Elsa, si confessa con Alfonso Signorini, il re del gossip che si era fatto in quattro per dire che quelle ad Arcore erano solo cene eleganti, che Noemi era solo un'amica di famiglia e che Ruby era in fondo solo una brava ragazza a cui Silvio aveva fatto un favore. Lo stesso Signorini che ha pubblicato le foto di Gianpaolo Tarantini, l'imprenditore tutto sesso, appalti e escort per Silvio, stavolta insieme a moglie e figli, come un bravo padre di famiglia.
La signora Monti ci confessa di avere incastrato il marito a 22 anni prima che partisse per Yale per la specializzazione (si sarà mantenuto facendo le pizze?), di avergli consigliato di accettare l'incarico di premier perché a Napolitano non si poteva dire di no e giura che Mario non si ricandiderà nel 2013 perché non si è mai candidato a nulla nella sua vita, neanche alla presidenza del Rotary, pensi un po' signora mia quanto è schivo.
Il contrappasso per tutti noi lettori ubriacati da quasi due decenni di barzellette zozze e bunga-bunga. Ben ci sta.