Quando uno vede Maurizio Gasparri pensa sempre di trovarsi di fronte all'anello mancante di Darwin. Reduce di quel "generone" romano post-fascista (che ci ha lasciato in eredità autentici mostri), dopo una carriera fatta alle spalle di Gianfranco Fini si è innamorato di Berlusconi e per lui continua a combattere ardentemente, come quei giapponesi confinati sulle isole durante la Seconda Guerra Mondiale che cinquant'anni dopo ancora erano convinti di essere in prima linea.
Lui è così e oggi ci regala una perla sul genere "attenti che arrivano i comunisti" (un po' inflazionato ma sempre efficace all'interno della nostra classe media composta in maggioranza da idioti e ignoranti).
"Giorno dopo giorno si svela il
programma del Pd", tuona il nostro maître à penser. "Prima una legge per il riconoscimento delle
coppie gay e adesso cittadinanza facile per tutti", "passando cosi' dallo
Ius sanguinis allo Ius soli". Secondo il senatore del Pdl, che già quando si esprime in italiano c'ha dei seri problemi, figuriamoci quando osa il latino, "la scelta del Pd rischierebbe, veramente, di isolarci dal
resto d'Europa", come se non fosse bastata ad isolarci dal resto del mondo quella schifosa porcata di legge sull'immigrazione firmata dal suo ex camerata Fini e da Roberto Maroni, oggi leader di un partito corrotto e allo sbando.
Peccato che non sia affatto vero.
Il Pd, lo sanno anche i muri, finché si trascinerà dietro quel caravanserraglio di democristiani riciclati (tutti gli amici dello scout Luigi Lusi, tanto per dire) e avrà un segretario che sostiene che l'alleanza con Pierferdinando Casini in Caltagirone è nella natura delle cose, non riuscirà mai a far passare il riconoscimento delle coppie gay, nè tantomeno lo ius soli, visto che la proposta l'ha avanzata Ignazio Marino, uno che è sempre in disperata minoranza all'interno di quel finto partito.
Che disastro. La sinistra non c'è, però abbiamo anche Gasparri.
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