L'orrore in salsa sudamericana di Genova 2001 si arricchisce di nuovi imbarazzanti particolari. Dopo la condanna a regola d'arte (nel senso di studiata a tavolino perché grazie a indulti e sconti di pena nessuno degli imputati scontasse neanche un giorno di galera) di alcuni fra i vertici della Polizia italiana, il Fatto Quotidiano racconta oggi che per due di loro, il capo del dipartimento centrale anticrimine Francesco Gratteri e il capo del servizio centrale operativo Gilberto Caldarozzi, condannati rispettivamente a 4 anni e 3 anni e 8 mesi e interdetti per cinque anni dai pubblici uffici, si parla di uno scorta con tre auto blindate e sei agenti a presidio delle loro abitazioni. Il motivo? I due avrebbero ricevuto minacce ''negli ambienti dell'estremismo, soprattutto attraverso Internet''.
A chiedere la scorta per questi due campioni delle forze dell'ordine (Gratteri era indicato come il possibile successore di Manganelli alla guida di tutto la Polizia italiana) è del Dipartimento di Pubblica Sicurezza, che ha chiesto il parere all'Antiterrorismo, sottolineando che il pericolo per loro deriva anche dalla criminalita' organizzata, "visto che Gratteri e Calderozzi hanno condotto operazioni importanti soprattutto contro la camorra".
E così, invece di farsi un bel giro per le patrie galere per aver avallato una delle pagine più tristi della storia italiana del dopoguerra, i due potrebbero ottenere (ovviamente a spese nostre) un programma di protezione di primo livello che di solito viene concesso solo a figure di primissimo piano dello Stato, mentre magari viene rifiutato ai "rompicoglioni" come Marco Biagi. Il tutto con un tempismo che, come scrive ancora il quotidiano, ha fatto saltare sulla sedia più di qualcuno al Viminale.
Io vorrei proprio conoscere chi ha scritto quest'articolo! Ma non ti vergogni neanche un pò?Secondo la tua mente illuminata Gratteri e Calderozzi dovrebbero farsi un giro nelle patrie galere?Gli avanzi di galera sono quelli che scrivono queste stronzate inducendo alla violenza contro quelli che sono stati i veri servitori di uno stato corrotto e maleodorante.Una piccola riflessione la riuscirebbe a fare anche un rimbambito: secondo te,degli alti funzionari che si sono sempre fatti il mazzo, lottando in prima linea contro la mafia a scapito della loro vita e di quella delle loro famiglie, rischierebbero la carriera e il loro lavoro - frutto di anni e anni di sacrificio - per fare quello che si è fatto a Genova?Piuttosto non credi siano stati i poliziotti a perdere la testa? In tutte le categorie ci sono le mele marce, no? Anche Falcone veniva bistrattato dallo stato d'altronde. L'Italia ahimè è un popolo di gente come te che scrivi, e chi come me è diverso, e legge, non può far altro che nausearsi.
RispondiEliminaLei è in evidente stato confusionale. In tutte le categorie ci sono le mele marce, certo, ma non si capisce perché due mele marce come Gratteri e Calderozzi (condannati in via definitiva) non debbano finire in carcere. Ritengo molto più responsabili i vertici, che come ha accertato la magistratura hanno coperto e avallato lo schifo che si è visto a Genova, rispetto a quei quattro gorilla impazziti del reparto Celere (notoriamente abituati a menare le mani per definizione). Se questi sono i veri servitori dello Stato, spiace dirlo, se ne può fare volentieri a meno. E' incredibile tuttavia che lei provi nausea per chi vuole giustizia e non la provi per i macellai che si nascondono dietro una divisa.
RispondiEliminaPuò darsi che io sia in stato confusionale, come dice lei.
RispondiEliminaPuò darsi invece che sia arrivato il momento di dire basta a certa stampa facile e alle accuse un tanto al chilo. Risulta strano che un "macellaio" - come lei etichetta Franco Gratteri - abbia compiuto imprese epiche per assicurare a noi tutti un pizzico di pulizia in più, in questo marcio paese. Avrebbe potuto fregarsene e pensare - cosi come hanno fatto gli altri che lo hanno preceduto - ad altro. Vede, io credo che in Italia ci sia proprio la volontà a far si che succedano certe cose.
Una triste pagina di storia il G8 di Genova, ovvio. Mi fa ancora male vedere certe immagini e aborro chi ha compiuto certi gesti, ma di certo non è verso questi funzionari che si deve puntare il dito. Una curiosità, ha letto le carte del processo? No, non tutte ovviamente! Come ben saprà gli ordini venivano dati da Roma e chi c'era a Roma, che adesso è nelle patrie galere? Nessuno!
Per me il prefetto Gratteri rimarrà sempre un grande e nessuno riuscirà a prendere il suo posto.
Io non so quali imprese "epiche" abbia compiuto il suo eroe prima di Genova, so solo che era lì a guidare quella vergogna e che almeno una delle irruzioni fu fatta su sua iniziativa. In un'audizione davanti a una Commissione parlamentare ha avuto il coraggio di dire che la forza è stata usata perchè i ragazzi opponevano resistenza, che alla Diaz c'erano le molotov (mentre ora sappiamo che ce la ha messe la polizia, davanti agli occhi di Gratteri) e che alcuni dei ragazzi erano già feriti quando sono entrati i poliziotti (altra balla epocale smentita da video e testimonianze dirette). Una testimone tedesca, Teresa Treiber, ha raccontato che "nella palestra, tra le persone ferite che giacevano nel proprio sangue, c'era questo poliziotto alto, con la barba, il casco e il manganello ma con un vestito elegante scuro: andava su e giù davanti a noi e comandava. Ho avuto la sensazione che fosse uno dei capi". Era impegnato con una delle sue gesta epiche forse?
RispondiEliminaQui invece c'è il video in cui il superpoliziotto tiene lontani gli avvocati del Social Forum durante la perquisizione, sostenendo che alcuni agenti hanno preso le botte (http://www.youtube.com/watch?v=XDr_cPWAA_I).
Gratteri non sarà stato l'unico responsabile, non lo metto in dubbio, ma resta il fatto che la giustizia italiana lo ha condannato a 4 anni. Alla faccia della stampa facile e delle accuse un tanto al chilo. Se qui non si può criticare un poliziotto, condannato dalla magistratura dopo tre gradi di giudizio e un processo durato undici anni, solo perché indossa una divisa, allora sì che siamo messi male.
Spero proprio che nessuno lo prenda il suo posto. La polizia non merita questa gente nelle proprie fila, figuriamoci ai vertici.
Su una cosa siamo d'accordo: Franco Gratteri è il mio eroe! Credo lo sia di molte persone a dire il vero.
RispondiEliminaLei è liberissimo di criticare, certo. Io lo sono altrettanto di difendere!Lei ha le sue idee, io le mie. Nella vita bisogna imparare ad ascoltare anche gli altri, le critiche sono a volte costruttive, ne faccia tesoro in futuro.
Forse per molte persone più che un eroe è stato un incubo. Comunque, lei è ovviamente libero di esprimere le sue considerazioni e come vede, pur replicando, non le ho rimosse.
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