Quando Umberto Eco ha detto in un'intervista che papa Benedetto XVI non è "un grande filosofo, né un grande teologo, anche se generalmente viene rappresentato come tale" e che "le sue polemiche, la sua lotta contro il relativismo sono, a mio avviso, semplicemente molto grossolane, nemmeno uno studente della scuola dell’obbligo le formulerebbe come lui", secondo me ci ha preso in pieno. Basta solo guardarlo in faccia, mentre pronuncia con quell'accento che ti fa sentire subito prigioniero di un campo di concentramento le clamorose banalità con le quali cerca di giustificare millenni di repressioni e sangue, per capire che l'ometto, oltre che vecchio, stanco e dal pessimo gusto nell'acconciatura, potrebbe fare al massimo il sagrestano o l'insegnante di religione alle elementari.
In un deludente, quanto falsissimo, Meeting per la pace ad Assisi (pensate un po' agli schiaffoni che il poverello avrebbe affibbiato a questa patetica figura griffata Prada), il pontefice dallo stivale chiodato si è lanciato in un ragionamento assurdo, quanto banale, una roba degna delle chiacchiere da Bar dello Sport su chi sia meglio fra la Roma e la Lazio. Così ha preso la sua lavagna, ha scritto le colonne di buoni e cattivi, e come il capoclasse di una scuola primaria ha cercato di ingraziarsi gli agnostici, definendoli "persone alle quali non è stato dato il dono del poter credere e che tuttavia cercano la verità, sono alla ricerca di Dio". I cattivi? Gli "atei combattivi" che "pretendono di sapere che non c'è un Dio" e fanno tanto piangere Gesù. Naturalmente, i roghi, il medioevo, le guerre sante, la misoginia, gli intrighi di potere, la negazione delle scoperte scientifiche e tutto quello che ha caratterizzato la nostra Santa Romana Chiesa in saecula saeculorum è qualcosa per cui si può timidamente chiedere scusa, mentre la vera causa delle violenze "è l'assenza di Dio".
E la Santa Inquisizione? “Un utilizzo abusivo della fede cristiana”, una risposta del tipo.... "sono compagni che sbagliano".
Andrebbe ricordato a questo monarca assoluto che in nome dell’ateismo non è stata mai combattuta alcuna guerra e che i paesi dove vivono il maggior numero di atei sono anche quelli dove criminalità, discriminazioni e disuguaglianza sociale sono fenomeni ridotti ai minimi termini, mentre i paesi a forte tradizione cattolica sono i più poveri, i più ladri, i più ignoranti. "Dio è con noi" era un motto nazista e il nazismo perseguitava anche gli atei. Gli aspiranti preti, invece, erano iscritti alla Hitler Jugend. Come Ratzinger.
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