A istituire il corpo è stato Kossiga nel 1974 e questo sarebbe già un ottimo motivo per scioglierli. Sul corpo dei Nocs, le teste di cuoio (è un eufemismo) della polizia italiana, sono già piovute notizie infamanti grazie a un'indagine (giornalistica, ovviamente, figuriamoci se li beccavano dall'interno) che ha portato alla luce gravissimi episodi di "nonnismo" con gravi abusi sulle reclute nel centro di Spinaceto. Oggi Repubblica rilancia con un altro episodio un po' agghiacciante, degno di un poliziesco americano degli anni settanta (adesso gli sbirri dei film sono tutti bravi, buoni e belli). Il 17 ottobre del 1997 la polizia tentò un blitz per la cattura dei rapitori dell'imprenditore Giuseppe Soffiantini attraverso un finto pagamento del riscatto. L'operazione fallisce. Uno dei banditi esplode una raffica di kalashnikov. I Nocs rispondono al fuoco ma i sequestratori gettano le armi e fuggono. A terra rimane l'agente Samuele Donatoni, che morirà poco più tardi in seguito alle ferite. Solo nel 2005 la magistratura scoprì che il poliziotto era stato colpito alle spalle da "fuoco amico" e quello che è peggio è che i colleghi operarono il depistaggio cercando di accusare i rapitori. Il giornale rivela che la notte di quella sparatoria erano presenti tutti gli agenti che facevano parte del cosiddetto "sottocomando" dei Nocs, quello responsabile delle violenze. A smascherare il depistaggio fu l'allora dirigente della Criminalpol Nicola Calipari, morto poi in Iraq anche lui per colpa del "fuoco amico".
Vatti a fidare degli amici, soprattutto quelli in divisa.
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