Nel frullatore della (finta) ribellione contro la classe politica e i suoi privilegi è finita anche Ilona Staller, al secolo Cicciolina, deputata del Partito Radicale per un'intera legislatura, quella fra il 1987 e il 1992, e oggi, ormai sessantenne, destinataria di una pensione da tremila euro al mese (come tutti gli altri deputati che hanno compiuto questa età). La notizia, tirata fuori dal Corriere della Sera (un giornale che spesso è invece molto clemente nei confronti delle zoccole che infestano attualmente la scena politica italiana), è stata ovviamente commentata con sdegno sul web, per fortuna con qualche distinguo, soprattutto da parte di chi si ricorda come e perché la più famosa delle pornostar italiane arrivò in Parlamento.
La "troia senza peccato", come la chiamò la rivista Frigidaire in una memorabile intervista, fu candidata dai radicali come simbolo della lotta allo squallido perbenismo che da sempre ha caratterizzato questo paese, dove ancora la magistratura condannava a pene detentive i responsabili di qualsiasi pubblicazione definita "oscena". Prese ventimila voti a Roma, compreso il mio e lo rivendico con orgoglio, perché in seguito purtroppo mi è capitato di votare per personaggi assai peggiori, tipo Rutelli, Veltroni e Marrazzo (e di questo mi pento amaramente). Fu seconda in lista dei radicali dietro a Marco Pannella, il partito ottenne il 2,5% a livello nazionale e 13 seggi, di cui due per l'appunto a Roma. Di certo non ha lasciato una grandissima traccia di sè, ma è altrettanto sicuro che è stata molto più presente in aula di tantissimi deputati "storici" di ogni parte politica.
E poi, a differenza di tutte le facce impresentabili che ci sono adesso in giro, è stata votata. Lei, non la lista. E' stata votata perché era un simbolo del sesso libero, non perché si dava da fare con qualche vecchio puttaniere dalla bustarella facile. Una volta alla Camera, ha indossato anche qualche tailleur, ma di certo non ha cercato di rifarsi una verginità come esperta di pubblica istruzione o di pari opportunità. E come ha ricordato giustamente al Corriere, la legge sulle pensioni dei parlamentari non l'ha fatta lei.
Sono contento che dopo una vita di sfighe (scaricata con un figlio e senza soldi dallo pseudoartista Jeff Koons, che la classista giustizia americana non ha condannato a pagare gli alimenti nonostante sia un plurimilionario) si possa godere la pensione. Davvero.
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