Fa discutere in questi giorni sul web il comunicato pubblicato da una sigla sindacale di Polizia, il Coisp, nel quale si attaccano a testa bassa i politici (ma soprattutto per i prezzi stracciati di Camera e Senato, perché magnà aggratis piace a tutti) con toni a dir poco eversivi. Ma ormai essere "contro" la casta è diventato un must da lifestyle, un po' come i filmati dei gattini su YouTube o le stronzate retoriche sul cancro e le altre malattie gravi condivise su Facebook. E così tutti coi bravi poliziotti che minacciano di "venire sotto Palazzo Madama e Montecitorio e spararvici all’interno i nuovi lacrimogeni in dotazione” (sì, l'italiano è un po' stentato, ma si sa...). Nessuno che si ponga una minimo di domanda su chi sono questi figuri, che intanto ammettono che i nuovi lacrimogeni (nuovi un cazzo, li hanno sperimentati dieci anni fa a Genova con i risultati che ben sappiamo) fanno più male degli altri. Il Coisp è una sigla sindacale minoritaria all'interno della Polizia ed è notoriamente schierata su posizioni di estrema destra, al punto da chiamare gente come Gasparri o Maroni "traditori" per non aver portato avanti una proposta di legge in base alla quale si possa accusare di tentato omicidio chi alza le mani sugli agenti. Questi, insomma, sono quelli a cui prudono le mani facilmente, vorrebbero libertà d'azione per pestare liberamente i "criminali travestiti da manifestanti" e con il loro buono pasto da 7 euro (mica poi così male) mangiare il filetto di spigola al Senato. Si può solidarizzare con questa gente quando i tre quarti di loro hanno passato i concorsi a suon di calci in culo e raccomandazioni? Quando ogni volta che emerge un abuso di un loro sodale in divisa questo viene sistematicamente protetto e neanche sospeso da funzioni e stipendio?
Il compianto Giorgio Gaber se la prendeva con la lotta armata degli anni settanta che a suo dire aveva provocato solo "lo stupido pietismo per i carabinieri". Con questo triste declino della politica si rifanno una verginità pure gli sbirri. Roba da matti.
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