Parlare per ore di Aids, nella giornata mondiale per la lotta a questa ancora incurabile malattia, senza pronunciare mai la parola preservativo deve essete stata una corsa a ostacoli da record mondiale. Secondo quanto riferito dalla stampa, alla Rai è circolata una mail interna che recitava alle lettera: "Carissimi, segnalo che nelle ultime ore il ministero ha ribadito che in nessun intervento deve essere nominato esplicitamente il profilattico; bisogna limitarsi al concetto generico di prevenzione nei comportamenti sessuali e alla necessità di sottoporsi al test Hiv in caso di potenziale rischio. Se potete, sottolineate questo concetto".
Roba da pazzi, aggravata dal fatto che oggi il portavoce del ministro della Salute, Renato Balduzzi (il solito pio buon cattolico, amico di Rosy Bindi) ha smentito di aver mai dato indicazioni in questo senso e ha accusato dell'iniziativa i dirigenti Rai, a dimostrazione che ormai a viale Mazzini regna l'anarchia, non soltanto quando si parla delle principesche note spese del direttore del Tg1.
Personalmente, la trovo una cosa gravissima. Che fa il paio con l'atteggiamento criminale del ministro della Sanità, il fu Carlo Donat Cattin, che nel 1988 nel corso di una conferenza stampa choc convocata per parlare (per la prima volta) dell'emergenza Aids in Italia ebbe la faccia di dire che "l'Aids ce l'ha chi se lo va a cercare" (io c'ero e giuro che andò proprio così). Poi non contento inviò alle famiglie italiane una lettera nella quale si affermava che il preservativo non era un mezzo sicuro per difendersi dalla malattia. Oppure fa tornare in mente la faccia e la stridula voce della ineffabile, catastrofica, ex sindaco di Napoli che verrà ricordata per le montagne di munnezza, Rosa Russo Jervolino, che sempre da responsabile della Sanità italiana, oltre ad aver messo il nome sulla più assurda legge antidroga del mondo civile, dichiarò guerra a un fumetto di Lupo Alberto che il disegnatore Silver aveva realizzato per le scuole, invitando i ragazzi al sesso sicuro.
Delle due l'una. O questo governo ha intenzione di baciare la sacra pantofola del papa, peraltro marchiata Prada, oppure il devoto ministro dovrebbe chiedere la testa di chi usa il suo nome a sproposito. Ma non succederà un cazzo, come non succede mai qui da noi, paese di pazzi scriteriati al potere, ma in odore di santità.
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