Il piagnisteo preferito di coloro che si professano di destra e sanno leggere e scrivere (non sempre le cose combaciano) è che la cultura in Italia è sempre stata un monopolio della sinistra. Sarà pure vero, ma cosa pensare dell'ultimo articolo di Camillo Langone, provocatorio (?) autore che sbarca il lunario fra i giornali del Banana e Libero, per il quale ha partorito la trovata del secolo? L'idea è semplice e gretta come chi la descrive: le donne non fanno più figli perché invece di dedicarsi al loro ruolo di madre si sono messe in testa di evolvere e raggiungere un'istruzione spesso e volentieri superiore a quella dei maschietti. E quindi, secondo lui, "se vogliamo riaprire qualche reparto maternità bisognerà risolversi a chiudere qualche facoltà", anche perchè - signora mia - "più le culle rimarranno vuote più barconi di immigrati arriveranno". 'Sti zozzoni.
Ora non so se è il caso di prendere sul serio un tizio che sul Foglio scrisse (per i soliti pochi intimi lettori): "Genitori che avete una figlia in età da università: se volete nipotini che vi tramandino e che la realizzino, risparmiate sulle tasse universitarie e regalatele un bel vestito", che per Mondadori ha scritto un libro sulle diverse liturgie che caratterizzano le messe in giro per l'Italia e che ha collaborato alla stesura di un grande best-seller, "Sposati e sii sottomessa" (manca la parola puttana ma non si può).
Però 'sta gente non si regola proprio.
Spacciare analisi sociologiche che potevano essere valide duecento anni fa per ricette per il futuro e insistere sul fatto che bisognerebbe fare più figli per mandarli a raccogliere i pomodori a Villa Literno solamente per non essere costretti a vedere negri in giro è veramente il massimo del cinismo. E anche di misoginia, quest'ultima, suppongo, causata da una vita di pugnette.
Se questa è la kultura di destra, voglio la pistola di Goebbels.
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