L'ossessione di Santa Romana Chiesa nei confronti del sesso è qualcosa di veramente malato. Nei giorni in cui i giornali abbondano di particolari sulle notti brave di don Seppia, il parroco cocainomane, pedofilo, satanista e sieropositivo, l'Osservatore Romano, organo ufficiale del Vaticano, pubblica ben due articoli dal contenuto delirante. Nel primo, un oscuro prete spagnolo docente di teologia morale (!) ha il coraggio di scrivere che alle coppie sposate è vietato l'uso del condom, anche se uno dei due coniugi è sieropositivo e vuole cosi' evitare il contagio dell'altro. Nel secondo si ricorda la figura di Carlo Donat-Cattin, potentissimo notabile della Dc e ministro della Sanità al tempo della prima diffusione dell'Aids in Italia (negli anni dei grandi sprechi della sanità pubblica), il quale, secondo il giornale dei preti, mise in guardia "dall’illusione che l’uso del preservativo garantisse l’assoluta sicurezza di non contrarre e trasmettere il virus".
Roba da vomitare.
Nel primo caso siamo in presenza dell'autentico delirio di un pazzo, che andrebbe arrestato per istigazione a delinquere (fare sesso con qualcuno senza informarlo di essere sieropositivi è un reato), nel secondo di una mistificazione bella e buona. Se in Italia tante persone si sono prese l'Aids per colpa di una trasfusione di sangue (e non certo per le loro abitudini dissolute), lo devono anche al bravo Donat-Cattin, che solo nel 1988, con tre anni di ritardo rispetto agli altri paesi europei, emanò una direttiva che imponeva il controllo sul sangue destinato alle trasfusioni e ancora oggi lo Stato sta pagando risarcimenti danni alle famiglie dei sieropositivi che hanno contratto il virus in questo modo.
Non solo.
Il bravo cattolico padre di famiglia (peccato che suo figlio sia stato un terrorista di Prima Linea che ha partecipato a diversi omicidi) nel corso di una conferenza stampa choc convocata per parlare (per la prima volta) dell'emergenza Aids in Italia ebbe anche l'ardore di affermare che "l'Aids ce l'ha chi se lo va a cercare". Poi non contento inviò alle famiglie italiane una lettera nella quale si affermava che il preservativo non era un mezzo sicuro per difendersi dalla malattia. Quanti morti ha sulla coscienza?
Ero un giovanissimo cronista, allora. Il ministro democristiano fu sommerso di critiche e violente polemiche. Ma il tempo passa e siccome le cose non se le ricorda mai nessuno, si riescono a riabilitare anche i mostri. Come lo era Donat-Cattin, il democristiano preferito da Bettino Craxi.
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