La morte di Osama Bin Laden, che il Pakistan deve aver deciso improvvisamente di scaricare, visto che per anni se ne è rimasto indisturbato in una villa a pochi chilometri dalla capitale (altro che partigiano in fuga sulle montagne), è uno di quegli avvenimenti che nelle redazioni delle testate giornalistiche si trasforma immediatamente in farsa. A parte le dichiarazioni rilasciate dai leader di mezzo mondo, che cercano lo sciacallaggio appropriandosi di presunti meriti che non ci sono (lo hanno beccato grazie a una soffiata, dopo un decennio di inutili guerre costate la vita di centinaia di migliaia di persone), fioccano i commenti dei soliti ignoti, che partecipano alla gara di chi la spara più grossa.
Tutti godono dei loro cinque minuti di popolarità, raggiungendo climax da film dei Monthy Python. Vince su tutti una deputata del Pdl, Michaela (sic) Biancofiore, secondo la quale la fine dello sceicco saudita "può essere letta come un nuovo enorme miracolo per il mondo regalato dal Papa più amato che tanto tuonò contro la rete del terrore". Una cazzata sparata così, tanto per tenere alto il clima da guerra santa, contro la quale peraltro Wojtyla si scagliò con altrettanta violenza, inascoltato dai pessimi governi di molti paesi, compreso ovviamente il nostro.
Ma la Biancofiore non resta sola. Si improvvisano esperti di lotta al terrorismo personaggi come il portavoce del Pdl Daniele Capezzone (per lui si tratta di un evento "paragonabile per dimensione alla caduta del Muro di Berlino"), il presidente del Senato Renato Schifani (anche lui convinto di aver scritto la storia solo per aver votato a favore delle missionio parlamentari dal calduccio del suo scranno parlamentare), il leader del Pd Bersani (che ribadisce commosso il suo impegno ad appoggiare tutte le prossime guerra degli Usa, magari facendo da stampella al governo sulla Libia), il presidente della Regione Toscana (del Pd), il futuro sindaco di Torino Piero Fassino, più una lunghissima serie di carneadi da competizione, incluso il sindaco di Verona, pronti a dire la loro sul fatto del giorno, come si fa al bar in pausa pranzo.
Tutti, compreso Berlusconi, concludono le loro dichiarazioni con l'ammonimento da saggia casalinga di Voghera: non abbassiamo la guardia, la guerra al terrore continua e blah, blah, blah... solo per giustificare il fatto che continueremo a devastare fondi pubblici a sostegno di ulteriori guerre. Nessuno che si chieda come mai l'uomo più ricercato del mondo sia stato beccato come un mafiosetto qualsiasi del clan dei Casalesi, grazie alla più classica delle spiate, dopo dieci anni di sangue sparso inutilmente.
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