Don Riccardo Seppia prendeva 1.200 euro al mese. Glieli davate voi che firmate per concedere l'8 per mille alla Chiesa cattolica, che a differenza di altri utilizza quei fondi all'80% per pagare gli stipendi dei parroci. Ora è in una cella del carcere di Marassi a Genova perché accusato di essere un pedofilo che utilizzava lo stesso giro di spaccio di cocaina anche per ottenere "carne fresca" per i suoi appetiti sessuali. Da molti anni dava segni di squilibrio, come hanno testimoniato diverse persone, ma all'ombra della cosca di Santa Romana Chiesa ("non vedo, non parlo, non sento") nessuno ha pensato di allontanarlo, nè tantomeno di denunciare i fatti alla polizia. La solita storia.
Oggi viene fuori che questo campione di cristianità spendeva in droga 300 euro al giorno, fra quella che si tirava nel naso e quella che usava per adescare giovani vittime. Il tutto con continui viaggi a Milano, nottate in discoteca e in locali gay frequentati da giovanissimi. Il "don" si riforniva da tre pusher, giovani, italiani, ai quali chiedeva sempre più spesso oltre alla droga di procurargli "bambini". Poi siccome in Italia tutti gli orrori si trasformano in farsa, ecco l'ultimo particolare da commedia: gli investigatori si sono soffermati sul tatuaggio che il sacerdote ha sulla schiena, un sole a sette raggi che potrebbe avere significati satanici. Insomma, un posseduto dal demonio, che però ha agito indisturbato per quasi 30 anni. Recentemente don Riccardo avrebbe chiesto aiuti economici ad altri religiosi e a qualcuno avrebbe addirittura confessato i suoi incontri con ragazzini. Tutti sono rimasti zitti.
Ricordatevelo, a fine mese, quando farete la dichiarazione dei redditi.
Occorre solo una precisazione: lo stipendio glielo hanno pagato, in proporzione, anche quelli che non hanno messo la preferenza nella dichiarazione dei redditi, secondo il metodo truffaldino che dà il grosso della torta ai parassiti d'Oltretevere.
RispondiEliminasam
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