Lo hanno dipinto come un esperto di traffico di droga, come un eroe che ha sacrificato la propria vita per difendere una povera donna insidiata dai perfidi talebani e ci hanno fatto sapere che negli ambienti investigativi lo soprannominavano Rambo. Cristiano Congiu ha fatto di sicuro una pessima fine, impallinato da quelli che sono stati descritti come criminali comuni, in una delle zone più sperdute dell'Afghanistan. Secondo la versione ufficiale lui e la donna, una americana di 50 anni, erano in giro a fare i turisti, per visitare le miniere di smeraldi del Panshir. E subito a uno viene da pensare cosa realmente abbia spinto i due a cinque ore di macchina da Kabul in un paese devastato da decenni di guerra.
Poi salta fuori un'altra versione.
La racconta PeaceReporter, il quotidiano online di Emergency, secondo il quale il carabiniere italiano, arrabbiato perché un ragazzo che conduceva un asino carico di roba aveva urtato l'americana, ha estratto la pistola colpendo il giovane. "Quando ho visto l' arma pensavo stesse scherzando... Invece mi ha sparato. Il mio compagno è scappato ed è andato al bazar ad avvisare gli abitanti dell'accaduto. Dopo un po' di tempo sono tornate altre persone che prima hanno picchiato con bastoni e pietre l'italiano, poi gli hanno sparato e se ne sono andati", ha raccontato ancora il giovane, curato presso l'ospedale di Emergency e ora fuori pericolo.
Che ci faceva Rambo laggiù? Perché ha sparato per primo? Dal Ministero della Difesa, come al solito, nessuna risposta.
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