Mandata a casa la mamma di Batman, incassati i cori di gioia di chi era convinto di aver liberato Milano, con tanto di insulti a Beppe Grillo che ironizzava sulla figura non propriamente rivoluzionaria del neo sindaco, adesso arriva la solita secchiata d'acqua gelida. Che ti combina l'amico Pisapia? All'assessorato al bilancio del Comune ci piazza un democristiano doc, Bruno Tabacci, il quale, con lo stile che contraddistingue questi campioni del magna magna ha già fatto sapere che non intende rinunciare al doppio incarico e al lauto stipendio parlamentare che attualmente riceve. "Un Mastella qualsiasi", è il commento da urlo del solito Grillo, che stavolta, evidentemente aveva ragione da vendere.
Ma chi è questo signore del quale proprio non si poteva fare a meno all'ombra della Madonnina? Nato e cresciuto nella Dc, è passato da incarichi a livello locale alla Camera dei Deputati dove è approdato proprio nell'ultima legislatura della Prima Repubblica, durante la quale il suo partito è stato sostanzialmente sciolto dalla magistratura. Ricompare nel 2001, quando viene rieletto per la Casa delle Libertà e si guadagna la presidenza di una Commissione della Camera. Nel 2006 è di nuovo in lista per conto di Silvio Berlusconi e viene rieletto con la legge porcata perché inserito bene in lista. Poi ha la folgorazione sulla via di Damasco, lascia il suo leader (!) Pierferdinando Casini per unirsi a un paio di peones come Mario Baccini e Savino Pezzotta e fonda la Rosa Bianca. Riesce a essere rieletto a Montecitorio e si rimette con Casini nell'Udc, il partito di Totò Cuffaro, tanto per fare un esempio. Poi se ne va di nuovo, stavolta con l'inutile Alleanza per l'Italia dell'inutile Rutelli. Da buon democristiano, nel corso della sua carriera, ha avuto molti incarichi pubblici (leggi stipendi facili per poco lavoro): è stato nel consiglio di amministrazione di Eni e Snam, presidente dell'autostrada Parma-La Spezia (l'avete mai fatta? E' peggio della Salerno-Reggio Calabria) e presidente di varie commissioni di controllo.
Diciamoci la verità. Il suo unico merito, visto il curriculum, è che ha la fedina penale pulita. Certo un po' poco per chi sognava la rivoluzione.
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