Dieci anni fa se ne andava Joey Ramone, una delle persone nella mia vita per la cui morte ho pianto. Sarebbe difficile spiegare a chi non sa, perché questo segaligno ragazzone di Forest Hills, un diversamente abile affetto da disturbi compulsivi del comportamento, sia diventato l'emblema del riscatto di tutti coloro che in qualche modo sono stati messi ai margini della società. Eppure, quella voce, quel modo di aggrapparsi al microfono, i jeans strappati e il giubbotto di pelle sono ancora il simbolo di New York, del punk prima che venisse trasformato in moda da qualche fesso inglese, del rock'n'roll senza compromessi, delle band che una volta uscivano dalle cantine e non dai reality show. E' stato il più grande, senza alcun dubbio. E non si verificheranno mai le condizioni perché ne nasca un altro.
Adios.
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