Qualora ci fossero stati dubbi sul fatto che il ritorno al nucleare era solo un tentativo di speculazione edilizia per rimpinguare le casse dei "palazzinari" italiani, sono stati completamente spazzati via dalle ultime vicende, con il nostro amato presidente del Consiglio che per paura di affrontare il giudizio degli italiani ha messo in piedi il solito gioco delle tre carte congelando le procedure che avvierebbero la costruzione di nuove centrali.
E' una truffa, ovviamente. Serve solo a neutralizzare il referendum, o quantomeno a smorzarne l'impatto emotivo sugli italiani, che già nel 1987 pronunciarono un secco no all'energia atomica e oggi, dopo la catastrofe in Giappone, lo avrebbero tanto volentieri rifatto. Ma come ha ammesso oggi il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, non si tratta di una rinuncia (altrimenti chi li sente Confindustria, Caltagirone e pazzerelli atomici prezzolati un tanto al chilo), ma di uno stop temporaneo che serve solo ad evitare una catastrofe nelle urne. Il solito "pacco" e l'ennesima legge ad personam per Silvio Berlusconi, al quale ovviamente del nucleare non frega nulla, se non per i grandi affari che è destinato ad aprire.
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