La Grande Torino del Partito Democratico, dopo le primarie in cui ha trionfato Piero Fassino, l'allampanato simbolo di mille sconfitte, ci riserva nuove gioie. Alle prossime comunali l'armata Brancaleone che dovrebbe opporsi alla deriva dittatoriale del Caimano presenta sotto la Mole un clamoroso ritorno, quello di Giusy La Ganga, ex craxiano doc, parlamentare socialista che negli anni novanta ha patteggiato con la procura una pena di 1 anno e otto mesi per finanziamento illecito ai partiti, uno dei pochi sodali del latitante di Hammamet a non essere passato dalla parte di Silvio, ma probabilmente solo perché il suo nome è stato per molto tempo assolutamente innominabile. Nel 1995 fu arrestato anche per ricettazione e passò una notte in cella prima di confessare l'addebito ed essere rilasciato.
Potevano forse i vertici del partito farsi sfuggire un tipo simile? Niente affatto. Ed eccolo di nuovo in pista, stavolta insieme ai democratici della premiata ditta Chiamparino&Fassino, gli ex comunisti che adesso giocano a carte con Marchionne e 'sti cazzi degli operai, basta che il salotto buono sia contento e gli assicuri di governare in città per qualche anno ancora. Meraviglioso il commento della segretaria provinciale del Pd, Paola Bragantini: "E’ la fine di una storia che ci dobbiamo buttare alle spalle per costruire qualcosa di nuovo".
A La Ganga gli hanno detto di tutto, a partire dalle ironie sul cognome fino agli insulti veri e propri in mezzo alla strada. Ma "nuovo" non lo aveva osato mai nessuno.
A Torino la vittoria di Fassino la danno per scontata. Vuoi vedere che con un po' di impegno riescono a perdere anche lì?
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