Passata la sbronza (l'avevo detto io che non era il caso di esagerare col prosecchino) per la dipartita del Cavalier Banana, oggi anche i più accaniti sostenitori del professor Mario Monti cominciano a capire che i tecnici possono pure essere molto bravi (e questi non lo sono mica tanto), ma senza una maggioranza non si va proprio da nessuna parte.
Cosa faranno i nostri eroi per evitare all'Italia il default? Boh, non si sa. Si parla di riforme strutturali (parole al vento, perché a meno che non sia un completo idiota il Professore dovrebbe sapere benissimo che non gliele approveranno mai), di patrimoniale (mica vero, in realtà si sta cercando di spremere fino in fondo il limone della prima casa di proprietà ventilando sconti per i redditi più bassi che fanno ridere di per sè, perché i grandi evasori non dichiarano un cazzo e non hanno niente di intestato), di sviluppo e di equità (viva la mamma e anche il papà).
La verità è che oggi il sobrio (ma siamo sicuri?) Monti è andato a Bruxelles a fare l'italiano in gita e vedere se ci possono subito fare qualche sconto, tipo lasciar perdere con questa storia del pareggio di bilancio nel 2013, che ci costerebbe tutti e due gli occhi della testa. Il nostro premier, che possiede l'umorismo di un termosifone, ma non rinuncia a dire qualche battuta alla quale ridono solo i cronisti "embedded", alle legittime domande del tipo "ma lei che intende fare?" ha risposto in maniera vaga rimandando tutto a venerdì, quando ci sarà un Consiglio dei Ministri e l'incontro con il vicepresidente della Commissione europea, Olli Rehn.
Ci vediamo venerdì, insomma. Con qualche fiore all'occhiello in più da mostrare: la Borsa di Milano negli ultimi cinque giorni ha perso oltre l'8%, peggiore in Europa, e gli interessi sui nostri titoli di Stato restano altissimi. Il Professore a un certo punto ha detto che ''andremo a fondo'' invece che ''in fondo''. Grasse risate a Bruxelles: dopo il nano clown, arriva il secchione rintronato.
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