Lo so, festeggiare le disgrazie altrui non è bello, anche se fa sempre qualche decina di punti. Non ne ho potuto fare a meno, 18 anni dopo quel 23 novembre del 1993, quando Silvio Berlusconi, parlando all'inaugurazione di un ipermercato alle porte di Bologna si fece chiedere da un giornalista imbeccato per chi avrebbe votato fra Gianfranco Fini e Francesco Rutelli che si sfidavano per la poltrona di sindaco di Roma. La dichiarazione a favore del leader del Msi segnò la sua discesa in campo, con la felice intuizione dello sdoganamento di quel 5-6% di elettori che nonostante la paura del comunismo per decenni non si erano turati il naso e invece di votare Dc avevano preferito il partito di Almirante. Quel giorno non gli avevo dato una lira. E non sapete lo shock quando nel febbraio del 1994, di ritorno da una vacanza in Giamaica dove per tre settimane non avevo letto i giornali italiani (Internet praticamente non c'era ancora), all'aeroporto di Miami acquistai una copia di Repubblica il cui titolo di apertura era: "Berlusconi in testa ai sondaggi".
Ecco, ricordando queste due brutte pagine della vita politica italiana, sia pure tipiche della nostra innata vigliaccheria che ci porta sempre a fare il tifo per l'uomo forte, sabato sera non ho potuto fare a meno di mettere in frigo una bottiglia di Ferrari (reduce dai regali dello scorso Natale) e stapparla di fronte alla diretta di Sky che mostrava la gente in festa davanti a Palazzo Grazioli e al Quirinale.
Così, in modo sobrio, a casa mia, con la consapevolezza che da oggi le cose non andranno meglio. Basta vedere chi è che fa veramente il tifo per Mario Monti, ovvero il Potere, quello spietato e cattivo, che non fa prigionieri, altro che equità sociale e altre balle con cui riempirsi la bocca e nascondere i canini pronunciati. Domenica a messa con la moglie, l'aria da professore d'altri tempi, l'appoggio del Grande Capitale e del mondo cattolico, che nella formazione del nuovo governo non mancherà certo di omaggiare.
Meno male che l'ho aperta sabato quella bottiglia, perché finiva che andava a male.
Domenica a messa con la moglie, l'aria da professore d'altri tempi, l'appoggio del Grande Capitale e del mondo cattolico, che nella formazione del nuovo governo non mancherà certo di omaggiare.
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