Ieri sera la prima puntata di "Servizio pubblico", il programma di Michele Santoro che ha dimostrato ancora una volta di essere un inguaribile gigione ma anche l'unica persona in Italia in grado di fare un talk-show degno di questo nome, si è chiusa con un'intervista che mi ha fatto veramente accapponare la pelle. Va bene che mi ero letto un po' tutto delle fenomenali serate di Arcore, con le gesta dei due maiali "doc" Silvio Berlusconi ed Emilio Fede, ottuagenari senza ritegno nè dignità. Ma finora, da Ruby Rubacuori a Nicole Minetti, le protagoniste avevano anche il physique du rôle delle strappone che sono. Vedere in faccia Chiara Danese, la 19enne che ha deciso di vuotare il sacco sulle cene eleganti di re Silvio, mi ha lasciato invece di stucco. Una bambina, neanche particolarmente bella, che non ispirerebbe pensieri perversi neanche al più irriducibile dei porci, rimasta scioccata per quello che ha visto a casa del Presidente del Consiglio dove era stata portata dal direttore del Tg4, che le aveva promesso 5 mila euro a settimana per fare la "meteorina" nel suo telegiornale, da ormai vent'anni paradigma negativo del giornalismo (ma anche dell'avanspettacolo).
Con la stessa emozione e le stesse espressioni di pudore che hanno tutte le bambine, la poveretta ha raccontato di essersi decisa a parlare e costituirsi parte civile insieme all'amica Ambra perché il suo nome era finito sui giornali insieme a quello delle prostitute professioniste che animavano il bunga-bunga, mentre lei aveva partecipato a una sola serata ed era per giunta scappata via inorridita. E io, che tutto sono fuorché un bigotto, ho provato un sincero orrore al pensiero che una bambina così sia stata attirata in un porcile simile dal capo del mio governo e da un signore che fa il mio stesso mestiere e al quale presto sarò costretto a pagare la pensione.
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