Inutile farsi ingannare dall'aria da secchione del personaggio, le consultazioni per la formazione del nuovo governo di Mario Monti non sono niente affatto una roba seria. Dal susseguirsi di incontri emerge chiaramente l'antica tradizione italica del suk arabo (non c'è niente da fare, una faccia una razza), con il professore che annuncia che non vuole un governo a tempo e che nella formazione includerebbe anche esponenti politici, con il Pdl che gli dice "vai pure, caro" e poi si pronuncia per le elezioni a breve, col Pd che come al solito non ha capito bene la situazione e infila progressivamente il collo nel cappio e col Terzo Polo in pieno delirio da profumo di poltrone, che ondeggia fra le scemenze di Italo Bocchino (noto alle cronache soprattutto per essersi portato a letto Mara Carfagna e Sabina Began), i tentativi di recuperare terreno di Gianfranco Fini e le abili tessiture di Pierferdinando Casini, che per uno strapuntino venderebbe un rene.
In questi giorni sono un po' come il replicante interpretato da Rutger Hauer, vedo cose che voi umani.... non dovreste vedere. I nomi di Gianni Letta, di Giuliano Amato, l'incredibile Cirino Pomicino che su Sky discetta di politica e di economia e una sfilza di nomi "tecnici", tutti intorno alla settantina, tutti esponenti delle baronie universitarie pubbliche e private o dell'ingerenza politica nella pubblica amministrazione.
Sarà anche il rappresentante di Goldman Sachs, del Club Bilderberg e della grande finanza internazionale, ma Mario Monti è soprattutto un vero democristiano allevato dai gesuiti. Viva l'Italia, che la prende sempre a ridere.
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