Volato di nuovo ad Herat, dove qualche tempo fa si è esibito in peripezie alla Gabriele D'Annunzio, il ministro della Difesa con tendenza alla gratuita offesa, Ignazio La Russa, ha scoperto (e toccato con mano) l'acqua calda. I militari dicono un sacco di bugie da sempre e pure nel caso dell'alpino Matteo Miotto non hanno raccontato la verità. Il ragazzo è stato colpito al termine di un conflitto a fuoco prolungato e non da un cecchino appostato lungo la strada. 'Gnazio si è giustamente ribellato e ha cazziato i generali.
Per una volta, una, che un militarista convinto e pasciuto riconosce che dietro le stellette si nascondono gravi omertà, che ti fanno i geni di Repubblica? Intervistano Mauro del Vecchio, generale in pensione che, guarda un po' invece di stare ai giardinetti col cane o i nipoti, fa il senatore del Pd. Naturalmente lui è un sincero democratico, che dopo aver guidato le missioni in Kosovo e Afghanistan è stato scoperto da quell'autentico talent-scout che è Wa(l)ter Veltroni che gli ha garantito un posto a Palazzo Madama. Qui, il nostro generalissimo incassa lo stipendio da due anni, ma si è fatto notare in politica solo per le sue dichiarazioni contro i gay nell'esercito, seguendo la perfetta logica veltronian-d'alemiana del fare incazzare sempre e comunque quelli che votano per noi. E così, mentre La Russa scopre le bugie, arriva il nostro che dichiara che "non è il caso di attribuire scarsa trasparenza ai militari".
Io invece penso che sia proprio il caso. La storia dell'Italia repubblicana è francamente piena di porcherie coperte da carabinieri e servizi segreti militari e i vertici delle Forze Armate sono stati spesso accusati di crimini gravissimi. La trasparenza, come può testimoniare chiunque abbia vagamente a che fare con le istituzioni militari, non è affatto praticata in certe stanze. E il bello è che non è solo un caso tipicamente italiano, come ci potrebbe raccontare Obama, rintronato di cazzate dai suoi generali sulle opzioni in campo per Iraq e Afghanistan. La differenza è che lì ci sono i giornalisti, come Bob Woodward e perfino quelli del magazine Rolling Stone (che hanno affossato il generale Stanley McChrystal). Qui da noi esistono le buche delle lettere.
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