Bastonato dalla Corte Costituzionale che ha, sia pure parzialmente, bocciato la legge sul legittimo impedimento (e stavolta con una maggioranza nettisima, 12 a 3), cancellando in particolare la norma che consente a Palazzo Chigi di certificare gli impegni istituzionali del premier in occasione delle udienze dei processi, Silvio Berlusconi sembra sempre più in affanno. Non è questo il colpo del ko, perché fra prescrizioni e altre leggi ad personam, è assai improbabile che uno dei procedimenti che lo riguarda arrivi al terzo grado di giudizio, ma è abbastanza per arroventare il clima. Il Pdl ha mandato avanti Sandro Bondi, il quale ha sparato la fesseria del giorno, parlando di "rovesciamento dell'ordine democratico" (come se non fosse previsto dal nostro ordine democratico che la Consulta giudichi la costituzionalità di una legge). Ma per domani sono attesi i fuochi d'artificio con l'improvvisata che il presidente del Consiglio farà a Mattino Cinque, trasmissione Mediaset. Utilizzerà il frasario consueto, evocando gli spettri del comunismo all'interno della magistratura italiana (ma stavolta, almeno su qualche norma, hanno votato contro anche i giudici nominati dal centrodestra), e finirà come al solito con i titoloni sui giornali, l'indignazione delle opposizioni e qualche editoriale sulla stampa estera, anche se Silvio l'eversivo non fa più notizia neanche oltre confine. E quanto scommettiamo che il Cavaliere tirerà in ballo la figuraccia del presidente Napolitano, che quella legge ha firmato felice e contento pochi giorni dopo la sua approvazione?
Tutto un bluff insomma? Almeno un risultato la decisione della Corte dovrebbe produrlo, ovvero rendere più difficili ai cacciatori di teste di Berlusconi di acquistare un po' di deputati e allargare la traballante maggioranza, visto che sembra chiaro a tutti che la legislatura è ormai agli sgoccioli.
Peccato che dalle parti del Pd si continui a litigare.
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