Per chi non lo conoscesse, Carlo Rossella è uno di quei giornalisti che fanno venire la voglia di stracciare la tessera dell'Ordine. Ex iscritto al Pci, fatto che non gli precluse la possibilità di lavorare per la Stampa della famiglia Agnelli, fu uno dei firmatari del famoso appello contro il commissario Calabresi, accusato del tragico volo dalla finestra della questura di Milano dell'anarchico Giuseppe Pinelli.
Il suo passato da gruppettaro scompare del tutto nel 1994, data della discesa in campo di Silvio Berlusconi, quando prende le parti dell'uomo forte ottenendo prima la direzione del Tg1 e poi quella del Tg5, dopo una nuova parentesi alla Stampa, stavolta da direttore. Coinvolto in diverse "bufale" giornalistiche, come quella sparata dalle colonne di Panorama nel 2002 sul fatto che l'Iraq aveva acquistato uranio dal Niger (l'alibi per scatenare la guerra contro Saddam), attualmente dirige Medusa film, la società di produzione cinematografica di Mediaset e collabora con diversi giornali per i quali scrive brevi notizie che il vecchio giornale satirico Cuore avrebbe inserito nella celeberrima rubrica "Ecchissenefrega".
Nei verbali raccolti dall'avvocato Ghedini a difesa di Berlusconi, Rossella racconta le notti del bunga bunga sottolineando la sua professionalità. “Essendo io un cronista, ho notato che girava molta Coca Cola light, acqua minerale e qualche amaro”.
Occhio di lince, l'amico. Di coca ne girava a fiumi (dodici chili) ma non esattamente in versione light.
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