Avviso ai credenti: sospendete il giudizio morale nei confronti di Silvio Berlusconi finché la verità non verrà a galla. E' lo stupefacente messaggio contenuto in una lettera "aperta" firmata da alcuni devoti fedeli del Pdl: Raffaele Calabrò, Roberto Formigoni, Maurizio Gasparri, Maurizio Lupi, Alfredo Mantovano, Mario Mauro, Gaetano Quagliariello, Eugenia Roccella e Maurizio Sacconi.
Una ''marea di pettegolezzi'' rischia di farci tutti ''trascinare da un moralilsmo interessato'' contro Berlusconi, scrivono i nostri, un moralismo che ''nulla ha a che fare con la imitatio Christi a cui la Chiesa ci invita''. Un moralismo che puo' diventare una ''trappola'' e ingannare i cittadini e magari spingerli a pensare che il loro presidente del Consiglio è davvero il vecchio porco malato e rimbambito che emerge dalle intercettazioni del caso Ruby. In fondo poi, anche il vecchio Gesù era un frequentatore di prostitute, no?
Non vi commuovete troppo, però. Quella è gente dal doppio pelo sullo stomaco (fra i firmatari figurano ex fascisti, ex socialisti, ex radicali), non sembra proprio una conventicola da opera pia. E infatti, come suggeriva la gola profonda del caso Watergate ai giornalisti Bob Woodward e Carl Bernstein, bisogna sempre "seguire il denaro". Domani è prevista la relazione del cardinal Bagnasco alla Conferenza Episcopale, nella quale sarà inevitabile un richiamo ai festini di Arcore. I nove cattolici della letterina ricordano alle tonache nere i numerosi favori fatti da questo governo, "dalla difesa della famiglia alla libertà di educazione" (ovvero i soldi alle scuole private), "dalle leggi in difesa della vita" (opposizione cieca e sorda a qualunque tentativo di legge sul testamento biologico) "all'attuazione del principio di sussidarietà" (qui è un po' più difficile da spiegare, ma sempre di soldi si tratta, magari per gli ospedali, o le università).
Quindi attenti vescovi. Una parola di troppo domani e il Cavaliere del Cialis vi taglia i fondi.
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