Certe volte faccio davvero fatica a credere a ciò che dice, ma è ormai dal 1994 che quest'uomo mi provoca delle irrefrenabili orticarie, dopo aver votato per il suo partito per anni. Protagonista delle uniche battaglie civili mai andate a buon fine in questo squallido paese, Marco Pannella si è lentamente trasformato in un trombone senza speranza, sempre a caccia di soldi e visibilità.
L'ultima giravolta l'ha annunciata oggi, offrendo al re del bunga-bunga quel pugno di parlamentari radicali eletti nelle file del Pd, in cambio di non si sa bene cosa. "Sorreggere le istituzioni - anche istituzioni disastrose - è un dovere repubblicano", ha avuto il coraggio di dire in un colloquio con La Stampa: "Noi dialoghiamo, certo. Ci siamo già visti due volte, col Cavaliere, ci rivedremo in settimana, possiamo trovare un'intesa. Trattiamo, vediamo cosa ci offre. Berlusconi almeno quando dice di volerci vedere poi mi fissa subito un incontro, Rosy Bindi e Bersani mi hanno sempre detto ci incontriamo, ci incontriamo, e li hai mai visti?". Poi su Facebook ha rincarato la dose sostenendo che “tra il puttaniere Berlusconi e il casto Formigoni non si può stare che col primo”, come se il puttaniere e il casto non fossero in realtà le due facce della stessa medaglia.
Il delirio di un ultraottantenne alla frutta. Qualcuno stacchi la spina.
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