Per una volta ha indossato giacca e cravatta al posto del maglioncino blu, ma anche oggi in Parlamento, dove è stato ascoltato dalla Commissione Attività Produttive della Camera, l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, non ha rinunciato alla strategia che lo ha reso famoso, quella del gioco delle tre carte.
Ha garantito che la Fiat non lascerà l'Italia (ma ha posto una serie di condizioni difficlmente realizzabili), ha insistito sul progetto "Fabbrica Italia" per il quale sarebbe disposto a investire 20 miliardi di euro fra il 2010 (che è bello che finito e ha visto poco più di 3 miliardi di euro di investimenti riguardanti anche gli impianti esteri) e il 2014, ha promesso aumenti salariali che portino le retribuzioni degli operai ai livelli di quelli tedeschi e francesi in cambio di un incremento della produttività degli impianti, facendo finta di non sapere che le case automobilistiche di quei paesi hanno registrato risultati assai migliori della debacle Fiat degli ultimi mesi (utilizzare al massimo gli impianti per non vendere manco un'automobile? Una genialata). L'obiettivo di produrre in Italia 1,4 milioni di macchine entro il 2014 è un clamoroso bluff, perché significherebbe più che raddoppiare quelle che sono state prodotte nel 2010 in un mercato che ormai non sa davvero più che farsene delle scatole di latta che hanno ricoperto le nostre città. Mentre la Renault investe nell'auto elettrica (quella sì che ci cambierebbe la vita), la Fiat spera di imporre un orribile Suv sul modello Chrysler, una Lancia cabrio nel 2012 identica alla Chrysler 200 convertibile che verrà venduta negli Usa entro il 2011, una movolume (Fiat Freemont) che verrà presentata al salone di Ginevra a marzo, ma che verrà prodotta in Messico, nella stessa fabbrica che sforna la Dodge Journey della Chrysler (la somiglianza fra i due modelli è anche qui clamorosa) e la nuova Lancia Thema, praticamente ricalcata dalla Chrysler 300, frutto della precedente unione fra la casa di Detroit e la Daimler-Mercedes.
E l'Italia? Tranquilli, Marchionne ha in mano la carta vincente: entro l'anno sarà lanciata la nuova Panda che verrà realizzata a Pomigliano. Qualità e innovazione, prima di tutto.
Fra l'incontro con il governo di sabato scorso e l'audizione di oggi, nessuno ha chiesto di più al nuovo padrone del vapore. Rancio ottimo e abbondante, hanno commentato ministri e parlamentari della maggioranza, con qualche perla da parte del solito democristiano di centrosinistra. ''Ho ascoltato da Marchionne un discorso impegnativo che chiarisce le strategie Fiat e conferma le opportunità del progetto Fabbrica Italia'', ha detto Paolo Gentiloni, componente della Commissione Trasporti della Camera ed esponente del Partito Democratico nella nuova corrente di Walterloo Veltroni, i MoDem.
E' stata la battuta della giornata.
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