Luca Barbareschi si definisce e viene definito un intellettuale di destra. Merce così rara che in passato finì con il fregiarsene anche Lando Buzzanca, che era più onesto e anche molto più simpatico. E' una vecchia storia, simile a quella dell'invidia del pene delle donne. La destra ci resta sempre male, perché la cultura, anche quella più popolare, è da sempre appannaggio della sinistra. Come negli anni settanta, quando i giovani del Fronte della Gioventù arruolavano tra le loro fila gruppi rock come Genesis e Jethro Tull, solo perché nelle loro canzoni si parlava di quell'immaginario fantasy tolkeniano, che solo in Italia è sinonimo di fascista.
Indimenticabile interprete di sceneggiati televisivi di serie B e di varietà di altrettanto dubbio gusto, ha fatto ridere tutti quando gli è stato fatto notare un perdurante assenteismo alle sedute della Camera. "Non ce la farei ad andare avanti con il solo stipendio da politico", ha avuto il coraggio di dire, sorvolando che da parlamentare incassa circa 23.000 euro lordi al mese.
Fuoriuscito dal Pdl per approdare in Futuro e libertà, adesso ha deciso di tornare alla corte del Bunga Bunga. Ieri pomeriggio era anche lui ad Arcore: pare che gli sia stata offerta la direzione del Teatro Valle e la programmazione in Rai di alcune sue fiction.
Uomini tutti di un pezzo.
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