Senza badare per il sottile e mostrando tutto l'aspetto feroce della dottrina cattolica in materia di sessualità (un rigore che ovviamente sparisce di fronte alle migliaia di preti pedofili sparsi per il mondo e sempre protetti da Santa Romana Chiesa), papa Ratzinger, in un discorso tenuto un mese fa di fronte al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, aveva parlato di "minaccia alla libertà religiosa delle famiglie in alcuni Paesi europei, là dove è imposta la partecipazione a corsi di educazione sessuale o civile che trasmettono concezioni della persona e della vita presunte neutre, ma che in realtà riflettono un'antropologia contraria alla fede e alla retta ragione". Tutto un giro di parole per condannare l'uso degli anticoncezionali, come la pillola o il preservativo, il cui utilizzo viene giustamente pubblicizzato in tutti i paesi civili. Naturalmente non da noi, che come al solito figuriamo all'ultimo posto, soprattutto fra i giovani, che poco ne sanno e quel poco lo snobbano.
Per fortuna, ogni tanto, si alza qualche voce fuori dal coro e dalle colonne di Repubblica il professor Umberto Veronesi suona la campanella della razionalità, condannando la "misoginia" che si nasconde dietro queste posizioni oltranziste della gerarchia ecclesiastica.
"La pillola è il male. Tutta la contraccezione è il male. O, nel migliore dei casi, è tabù. E così le donne sono state tradite", scrive l'oncologo, sottolineando come la pillola non abbia nessuna controindicazione per la salute, "non aumenta il rischio di tumore del seno" e protegge le donne "dall'altro temibile tumore femminile, quello dell'ovaio". Nessuno, si lamenta il professore, ha detto alle donne "che la pillola anticoncezionale è lo strumento in assoluto più efficace che hanno a disposizione per evitare questa malattia, che colpisce quasi cinquemila donne ogni anno in Italia, con una mortalità ancora elevata".
Secondo Veronesi, "la pillola in Italia è stata ostracizzata. L' hanno fatto i misogini, perché la pillola è uno strumento offerto dalla scienza alla donna per sottrarsi ad un asservimento millenario al maschio. Permettendo di scindere il rapporto sessuale dalla procreazione, ne ha valorizzato i ruoli, al di là di quello materno. La contraccezione permette ad ogni donna di scegliere liberamente di amare un uomo, e fino a che punto amarlo, e di decidere insieme a lui - dunque come sua pari - se avere un figlio oppure no".
La pillola, insomma "va favorita, le sue proprietà anticancro vanno ben spiegate, e il preservativo, che difende da molte malattie veneree e infettive, deve essere considerato un elemento integrante del rituale del rapporto sessuale e un segno di rispetto e di amore nelle coppia, soprattutto se occasionale. Ci vuole conoscenza, coscienza e responsabilità, soprattutto da parte di noi uomini". E, aggiungerei io, anche una netta presa di distanza dai deliri del capo di uno stato estero e dalla sua corte di inquisitori medievali.
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