Il reclutamento funziona sempre peggio. Sperando nel bagno di folla, Silvio Berlusconi si è presentato oggi per la prima volta dopo otto anni in un'aula di tribunale, per il processo Mediatrade in cui è imputato per frode fiscale e concorso in appropriazione indebita per vicende legate all'acquisizione negli Stati Uniti di diritti televisivi per la trasmissione di film. L'udienza si è svolta a porte chiuse e dopo un paio d'ore il Caimano è uscito tutto bello sorridente, è salito sul predellino della macchina e ha salutato benevolmente la folla, protetto da un gorilla che gli ha messo davanti un giubbetto antiproiettile. Fuori dal tribunale, però, non c'era praticamente nessuno. La folla di circa un centinaio di persone era composta al novanta per cento da fotografi, cameraman e giornalisti. Il resto erano qualche decina di attivisti si dice mobilitati a colpi di sms dal coordinatore lombardo del Pdl, il sottosegretario Mario Mantovani, e altrettanti contestatori, guidati da Pietro Ricca e da alcuni simpatizzanti dell'Italia dei Valori.
Qualche coro da stadio, qualche parolaccia, la solita sparata anticomunista di Silvio. Il tutto per pochi intimi. Popolo ingrato.
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