mercoledì 29 agosto 2012

Procreazione, la reazione scomposta dei cattolici di fronte alla difesa dei diritti umani

Sul fatto che i vescovi tengano i politici italiani stretti per i loro assai flebili attributi non credo ci fossero molti dubbi. Ma la sentenza della Corte europea per i diritti umani contro la legge porcata sulla procreazione assistita ha squarciato per l'ennesima volta il velo del tempio. Non basta che quella assurdità giuridica sia già stata smontata pezzo per pezzo da Corte Costituzionale e tribunali amministrativi, non basta che in sede europea veniamo bollati come violatori dei diritti umani, non basta aver costretto la gente a passare il confine in assurdi viaggi della speranza per uscire dalla stretta delle concezioni medioevali di quattro preti e quattro (ex) fascisti, tutto questo non basta ad abbassare lo sguardo e a cancellare lo schifo.
Niente affatto. 
Da Camaldoli, dove è riunito in convento per un appuntamento imprescindibile (la settimana teologica del "Movimento ecclesiale di impegno culturale" di cui in passato è stato presidente, una specie di congrega di sedicenti intellettuali diretta emanazione della Azione Cattolica), il ministro della Salute Renato Balduzzi ha annunciato che chiederà al Consiglio dei Ministri che il governo italiano faccia ricorso contro la sentenza. Il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, ha detto un'enorme falsità sostenendo che la magistratura italiana è stata "surclassata", visto che anche la magistratura italiana in passato ha espresso pesanti dubbi sulla legge. E poi giù il fiume di dichiarazioni di straccioni, come i berluscones Alfredo Mantovano (quello che invitò i cattolici a non giudicare i comportamenti non esattamente morali del suo adorato premier) e Maurizio Gasparri (un nome, una garanzia di poca lucidità), editoriali di Avvenire che tuonano contro l'eugenetica, il Movimento per la Vita che in preda al delirio chiede il conteggio degli embrioni impiantati in Italia, i soli Radicali ed esponenti dell'Italia dei Valori a difendere la sentenza di Strasburgo.
Ancora una volta è assordante il silenzio del Partito Democratico, troppo impegnato a sottolineare le contraddizioni di Beppe Grillo per poter prendere posizione (avendone una, si intende) su temi così sensibili. A parte il povero Ignazio Marino (cosa resta a fare ancora in quel partito, visto che è sempre e solo una voce fuori dal coro?) e Angela Finocchiaro, l'unico a parlare interpellato da Repubblica è stato lo scout Beppe Fioroni, ex dimenticabile ministro dell'Istruzione, anche lui spaventato da possibili "derive eugenetiche e razziste". 
Lo scontro gira tutto intorno al fatto che la legge 194 consente l'aborto per motivi terapeutici anche fra il quarto e quinto mese di gravidanza, ovvero nel periodo in cui è possibile effettuare l'amniocentesi, un esame in grado di stabilire se il feto presenta gravi malformazioni (sindrome di down, fibrosi cistica, distrofia muscolare, ritardo mentale). La Corte europea ha giudicato "incoerente" il divieto alla diagnosi preimpianto, visto che in Itala legge che regola l'aborto consente una forma di diagnosi di questo tipo e lascia alla donna, come sarebbe sacrosanto a tutte le latitudini, la possibilità di scelta. 
Ma si sa, tutte le religioni fondano la loro essenza sulla misoginia e sulla violazione sistematica dei diritti umani, come si può pretendere che i cattolici accettino la sentenza di una Corte che difende ciò che loro hanno sempre interpretato come aspetti del secolarismo da combattere?
Le donne devono partorire nel dolore e scontare il peccato originale, accollandosi maternità non consapevoli anche in caso di stupro, oppure mettere al mondo dei reietti per i quali lo Stato non garantirà alcuna forma di assistenza sociale, tutto questo nel nome dell'amore per la vita. Purtroppo, come ha fatto notare Emma Bonino, in Parlamento una maggioranza per modificare questo schifo non c'è e a giudicare dalle alleanze che sta cercando di mettere in piedi la sinistra non ci sarà neanche nella prossima legislatura.
Chissà che ne pensa Mario Monti, che dopo le vacanze a St. Moritz non si è fatto mancare una bella visita al papa a Castelgandolfo?

martedì 28 agosto 2012

Procreazione, la legge porcata nuovamente affossata dalla Corte Europea. Il colabrodo di ispirazione cattolica

Una delle peggiori porcate messe in atto dalla destra cattolica in questi ultimi 20 anni passati per larga parte al governo risponde al nome di Legge 40 del 2004 sulla procreazione assistita. Un obbrobrio giuridico che ha spinto migliaia di coppie italiane a recarsi all'estero per aggirare le limitazioni imposte con il divieto della fecondazione eterologa, il no a qualsiasi tecnica utile a predeterminare o alterare il patrimonio genetico dell’embrione (dunque anche la diagnosi pre-impianto), il no alla produzione di più di tre embrioni per volta e il no alla loro conservazione. Tutto nel nome di quel cattolicesimo oscurantista che da sempre impone la sua grottesca visione del mondo agli italiani. 
La legge, firmata nel 2001 da un commercialista della Lega Nord, Giancarlo Giorgetti, e che ha visto come relatrice Dorina Bianchi, una laureata in medicina dal curriculum stile banderuola (ha iniziato la sua esperienza politica nel centrodestra col CCD e l'UDC, poi è passata al centrosinistra con la Margherita e il Partito Democratico, poi è ritornata nell'UDC e infine ha aderito al Popolo della Libertà) continua a essere difesa a spada tratta da tutti i vatican-boys che tuttora affollano il nostro Parlamento, nonostante alcune sentenze della Corte Costituzionale e del Tar del Lazio l'abbiano dichiarata illeggittima in diversi punti. 
Oggi la Corte europea dei diritti umani ha bocciato la legge nella parte che riguarda l'impossibilità per una coppia fertile ma portatrice sana di fibrosi cistica di accedere alla diagnosi preimpianto degli embrioni. Secondo i giudici della Corte di Strasburgo il sistema legislativo italiano in materia di diagnosi preimpianto degli embrioni è ''incoerente'' in quanto, allo stesso tempo, un'altra legge dello Stato permette alla coppia di accedere a un aborto terapeutico in caso che il feto venga trovato affetto da fibrosi cistica. 
Si è alzata qualche voce a sinistra, come quelle di Nichi Vendola e Ignazio Marino, che chiedono - giustamente - una nuova legge, visto che questa è un colabrodo (e visto anche che su un caso singolo la Corte europea ha imposto un risarcimento di 15 mila euro da parte dello Stato, rendendo possibile una pioggia di ricorsi). 
Ma è l'ennesimo capitolo dell'incapacità del Pd di continuare a considerarsi un partito non dico di sinistra, ma perlomeno coerente con le sue proposte. Perché alla fine della storia, metà dei loro iscritti fuoriusciti dalla Dc, più i loro alleati dell'Udc, non consentiranno alcuna modifica. Infatti il ministro della Sanità attuale, il cattolicissimo Renato Balduzzi, quello che ci tasserà perfino la gassosa, ha balbettato qualcosa a proposito della necessità di "tenere presenti tutti i valori in gioco, tra cui la soggettività giuridica dell'embrione'', facendo crescere la paura che un giorno potrebbe essere considerata omicidio anche la masturbazione.
Continueremo a tenerci l'obbrobrio, hai visto mai che si dispiace il Santo Padre.
 

lunedì 27 agosto 2012

L'unico avversario di Bersani è Beppe Grillo. Con tutti gli altri ci andrebbe a braccetto volentieri

In una situazione del genere che il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, identifichi in Beppe Grillo l'unico nemico è veramente stucchevole. Volendogli perdonare la prassi tipica dei vecchi compagni del Pci, quella di dare del "fascista" a chiunque esprimeva un dissenso nei confronti del comitato centrale, non si può fare a meno di notare come sia invece grottesca la sfida lanciata al Movimento 5 Stelle dal palco della Festa del Pd a Reggio Emilia contro i "fascisti del web", contro chi definisce i democratici zombie, cadaveri ambulanti. Bersani per una volta ha fatto il duro: "Vengano qui a dircelo, vengano via dalla rete. Vengano qui". E il tutto suona tanto di attaccabrighe da Bar dello Sport (stile, "viemmelo a dì 'n faccia, si c'hai er coraggio"), anche perché non risulta che nessuno abbia invitato qualche esponente dei fascisti del web a parlare. Cosa dovrebbero andare a fare i grillini a Reggio Emilia? A sfidare Bersani a duello? 
Siccome fra i due contendenti, il comico ci sa fare molto di più con le parole (l'altro si perde spesso nel politichese di vecchissimo stampo e mette insieme frasi così involute che non si capisce affatto cosa voglia dire davvero), la risposta è stata fulminante: "A Bersani non mi sognerei mai di dare del fascista, gli imputo invece di aver agito in accordo con ex fascisti e piduisti per un ventennio, spartendo insieme a loro anche le ossa della Nazione".
Purtroppo, ha ragione da vendere. 
Basta ripercorrere le tappe della storia di come i resti del Pci hanno via via incamerato metastasi democristiane (gente come Letta, Rosy Bindi e Fioroni, capaci di mettersi di traverso anche davanti ad elementari scelte di modernità), salvando dalla galera o dalla rovina il cavaliere Silvio Berlusconi per poi aprire la strada per il suo ritorno a Palazzo Chigi, basta vedere l'ossequio con il quale vengono trattati gli ex alleati del Caimano, come Pierferdinando Casini (leader di un partito pieno di condannati  a vario titolo) o l'ex fascista (lui sì) Gianfranco Fini, firmatario di leggi razziste e liberticide in combutta anche con i secessionisti leghisti che il buffone futurista ha sempre detto di odiare. Senza contare che oggi il Pd sostiene un governo di baroni, per giunta assai poco capaci (ma molto assetati di sangue), in compagnia del partito di Berlusconi e Cicchitto, di La Russa e Gasparri.
Possibile che in una città come Reggio nessuno si sia alzato in piedi per dire che questo partito più che di zombie è formato da gente che si venderebbe la madre pur di rimettere le chiappe su una qualsiasi poltrona, magari anche restando all'opposizione?
Possibile che ci sia ancora qualcuno che voti il Pd pensando di votare "a sinistra"?

mercoledì 22 agosto 2012

Monti, Berlusconi, Craxi, Andreotti: i ciellini di Rimini sono di bocca buona

E alla fine tocca pure ringraziare Famiglia Cristiana, una delle poche testate a non abboccare agli specchietti per le allodole del premier Mario Monti e del suo fido scudiero Corrado Passera, che ormai possono presentarsi in pubblico solo al Meeting di Comunione  e Liberazione, dove gli applausi li hanno sempre fatti a tutti, anche alle peggiori facce della nostra storia. Come il frequentatore di mafiosi Giulio Andreotti, il corrottissimo Bettino Craxi, il pregiudicato Arnaldo Forlani, il presidente picconatore e un po' golpista Francesco Cossiga e il "celeste" Roberto Formigoni, che per una vacanza in yacht sarebbe capace di fare chissà cosa. Senza dimenticare quanto i ciellini hanno amato e sostenuto il re del bunga-bunga, quel Silvio Berlusconi accolto come una rockstar. Perfino un minus habens come Rocco Buttiglione ha raccolto consensi a scena aperta (da lì una delle più riuscite battute di Beppe Grillo che a un ipotetico figlio che faceva la "ola" a Buttiglione chiedeva: "Non potresti drogarti come tutti gli altri?").
Del resto i gggiovani del Meeting sono così. Gente semplice e di bocca buona, pronta a leccare il culo al potente, quello che poi elargisce la mazzetta, altrimenti la baracca cattolica in piedi non si regge mica.
E così Monti e Passera sono andati a fare il loro bel discorsetto sull'ormai prossima uscita dal tunnel della ristagnante economia italiana evitando i fischi che avrebbero beccato in qualsiasi altro contesto e contribuendo ad alimentare la solita campagna di stampa che li vorrebbe alla guida del paese vita natural durante. Tutti sanno benissimo che questo governo, a parte tagli orizzontali e aumento delle tasse, non ha fatto nulla di rilevante che possa far invertire la rotta. Le cosidette riforme del lavoro e delle pensioni non servono a niente e la spending review viene fatta solo sui servizi e sulla pelle della povera gente (di certo non si tocca la marea di denaro che ogni confluisce nella casse del Vaticano, nè le spese militari, nè quelle delle varie caste). 
L'Italia e un paese alla frutta. Dieci milioni di famiglie vivono in condizioni di povertà, la disoccupazione è al 10,8 per cento, solo un italiano su tre ha un posto regolare a tempo indeterminato (meno che in tutti gli altri paesi europei alla faccia di tutte le bugie che raccontano la Confindustria e la ministra-madonnina Fornero). Secondo Eurostat, gli occupati in Italia sono 450 mila in meno che nel 2007, i cassaintegrati crescono e su una popolazione di 60,8 milioni di residenti, solo il 36,8 per cento (22,3 milioni di persone) lavora. 
Ecco quello che hanno combinato negli ultimi 30-40 anni gli idoli del Meeting di Rimini, quel cattolicesimo applicato alla politica, che la politica l'ha fatta marcire da dentro.
Ah, dimenticavo. Naturalmente a Rimini i ciellini hanno ribadito il loro fondamentale impegno politico: no al riconoscimento di qualsiasi unione fra gay, anche quelle civili, definite "un male per l'umanità" da coloro che si spellavano le mani per gli amici dei mafiosi.
Tutto qui? Tutto qui, solito programma, idee da medioevo e saluti al signor padrone. Al prossimo anno e al prossimo puzzone di fronte al quale inchinarsi a chiedere l'obolo.