mercoledì 31 agosto 2011

Su laurea e servizio militare avevano scherzato, ma la prossima pensata sarà letale. Aridatece Tremonti...

Su laurea e servizio militare avevano scherzato. La grande idea di colpire le persone che hanno studiato, perché ne hanno avuto voglia e possibilità, e quelle che pur non volendo hanno regalato un anno allo Stato (spesso per fare la guardia al famoso bidone, o peggio accompagnare ufficiali e famiglie a fare la spesa e fare la fila alle poste con le bollette della luce dei dipendenti del Ministero), è stata cassata nel corso di un incontro fra due falliti, il Ministro del Lavoro (che di questi tempi sarebbe meglio definire della Disoccupazione) e quello della Semplificazione (che è inutile, credo, commentare). Il risultato è che ora all'appello mancano venti miliardi. 
Che faranno i nostri eroi? Un altro mese di annunci e smentite e poi approveranno la porcata delle porcate fuori tempo massimo e non ci sarà più tempo per pentirsi causa rivolte su Facebook. Qualcosa che farà impallidire tutte le zozzerie fin qui ipotizzate per spremere i contribuenti.
Aridatece er puzzone (aka Giulio Tremonti).

martedì 30 agosto 2011

Naja de 'mmerda. E peggio per chi si è laureato.

Nelle poche settimane che sono stato lontano da questo blog è successo di tutto e la manovra economica del commercialista di Sondrio è stata smontata rapidamente, perchè anche se hai un pedigree di affamatore del popolo di tutto rispetto, quando provi minimamente a mettere le mani in tasca di quelli che hanno i soldi diventi subito un pericoloso comunista. Non parliamo poi dei tagli ai costi della politica, il mantra preferito (e inutile) di capi di stato, sindacati e padroni. E così l'eliminazione degli enti inutili è stata rinviata a babbo morto, mentre il contributo di solidarietà per chi guadagna oltre novantamila euro all'anno è scomparso per lasciare il posto a uno strano intervento sulle pensioni. Un ombrello nel deretano della popolazione maschile (che non potrà riscattare l'anno o anno e mezzo di servizio militare fra quelli lavorati per la pensione) e di quei fancazzisti di studenti che si sono permessi di arrivare alla laurea (e magari hanno già speso migliaia di euro per riscattarla). 
Chi ha fatto l'università e poi il militare è fregato due volte. Un'idea geniale per il rilancio dell'economia, che solo un vertice fra un sessualmente disturbato piccolo uomo e un vecchio razzista, ignorante, stanco e malato, poteva partorire.
Vabbè, fra qualche giorno ricomincia la giostra

venerdì 12 agosto 2011

Talebani e mazzette: in Afghanistan come in un film di Alberto Sordi

L'idea era quella tipica italiana. Andiamo in Afghanistan per evitare casini con gli alleati e per rimediare qualche contratto di fornitura economica, ci teniamo lontano dai guai e paghiamo un po' di mazzette a quegli straccioni di talebani, che magari poi ci si comprano l'esplosivo ma almeno lasciano in pace i nostri bravi ragazzi. 
Ma gli americani, che nun so' scesi daa montagna der sapone,  se ne accorgono, ci chiedono molto chiaramente di smetterla e da allora le perdite del nostro contingente sul fronte afgano si moltiplicano. 
Casomai ci fosse ancora qualche dubbio sull'inutilità della nostra presenza laggiù, ci hanno pensato gli ultimi cable di WikiLeaks a dissiparlo. Non solo buttiamo un sacco di soldi allettando qualche ragazzotto allevato in caserma a rischiare le penne per guadagnare un po' di più, ma ci copriamo anche di ridicolo, con gli alleati prima e con i funerali di Stato poi, dove il solito cappellano militare (pagato da noi con i soldi dell'8 per mille) ripete come un disco rotto la solita favoletta delle missioni di pace.
Come in un film di Alberto Sordi. E ce lo meritiamo, Alberto Sordi. 

giovedì 11 agosto 2011

Tremonti e le maschere del capitalismo in affanno. I licenziamenti come garanzia di crescita?

L'idea che "il diritto a licenziare" la gente da parte delle aziende possa mettere fine "all'abuso dei contratti a tempo determinato" è veramente degna di colui che sdrucciolando come al solito sulle "r" l'ha buttata lì tanto per dire qualcosa davanti alle Commissioni Parlamentari riunite per discutere della crisi. Una stronzata fra tante, pronunciata nel giorno in cui esce la notizia che nel 2010 in Italia quasi mezzo milione di giovani ha perso il lavoro. L'ex genio dell'economia italiana Giulio Tremonti, da sempre trattato con le molle dalla stampa italiana (anche perché avvezzo alla telefonata di protesta facile), è ormai sempre più simile a un pugile suonato, mentre balbetta di riforme fiscali, tagli alle pensioni di anzianità e nuove tasse (ma senza annunciare nulla di preciso) e del mitico pareggio di bilancio da inserire in Costituzione (come se scrivere per legge che saremo virtuosi basterà per diventarlo davvero). Come fanno giornali e televisioni a riproporre il suo nulla fattosi verbo senza mettersi a ridere non si capisce, per non parlare della timidissima opposizione che ancora pensa, come Bersani, di poter discutere con questi piazzisti da fiera delle "proposte concrete". La comica finale, mentre sprofondano le Borse e le maschere del capitalismo (come quelle odiose di Sarkozy e della Merkel) di tutto il mondo, è che quando il ministro si fa uscire un'idea condivisibile, come quella della tassazione delle rendite finanziarie (da sempre cavalla di battaglia delle sinistre, che però poi una volta al governo non lo hanno sostanzialmente mai fatto), ad opporsi sono gli stessi suoi parlamentari. Un capolavoro. 
Tutti quelli che hanno capitali investiti possono dormire senza tranquilli. Il costo della crisi lo pagheranno i pensionati, i dipendenti pubblici, gli aspiranti pensionati che resteranno al lavoro qualche anno in più a scaldare la sedia al posto di qualche giovane, le persone che soffrono di malattie croniche e tutti coloro che utilizzano i servizi pubblici perché non in grado di sostenere la spesa per quelli privati.
E la chiamano estate. Buone vacanze.

martedì 9 agosto 2011

Il caso San Patrignano: la droga è sempre un affare. Soprattutto proibirla.

"Ci vorrebbe un'overdose... due grammi d'eroina e un po' di stricnina... bisogna operare come con i guanti del chirurgo. Oppure bisognerebbe sparargli con una pistola sporca". Il fondatore di San Patrignano, Vincenzo Muccioli, si sarà costruito anche un'aurea di santità, grazie al fatto di aver guarito (?) qualche rampollo di buona famiglia con il vizietto della pera negli anni settanta, ma alla fine era solo un ex venditore di polizze appassionato di sedute spiritiche, che nel nome della riabilitazione ha messo su un impero. E quando l'apparato cominciò a scricchiolare sotto le accuse degli ex ospiti di maltrattamenti coercitivi senza alcuna pietà, non esitò a usare parole simili riferendosi a un possibile scomodo testimone. 
La droga è sempre un grande affare. Ma la lotta alla droga lo è ancora di più. E Muccioli, invischiato e condannato in processi per maltrattamenti e abusi di soldi ne ha fatti parecchi.
La sua comunità è diventata una macchina che fattura 30 milioni, tra i proventi dell'attività agricola commerciale (che ovviamente utilizza la manodopera dei tossici sulla via del recupero), le donazioni delle famiglie ricche e i soliti, generosi, conti pubblici. E' tutto nelle mani dei Moratti, l'ex sindaco di Milano Letizia e il marito (i genitori di Batman, per intenderci), che adesso hanno fatto fuori dalla torta il figlio di Muccioli, Andrea. Pare che dietro ci sia la scoperta di 20 milioni di buco di bilancio e, come scrive oggi Il Fatto Quotidiano, una bella storia di eccessi e lussi principeschi. 
Muccioli, tanto perché la memoria non è solo un vizio, fu assolto in Appello da una prima accusa di abusi, perché qualche giudice impressionato dall'enorme battage pubblicitario della destra dell'epoca, che come oggi ai tempi dei vari Fini-Gasparri-Giovanardi (pensate alle loro facce messe una vicino all'altra e vi verrà per forza voglia di sparararvi un cannone)  indicava nella droga il nemico numero uno dei ggggiovani, gli riconobbe una sorta di diritto putativo nei confronti dei poveracci rinchiusi lì dentro. Un po' come dire, li poteva menare e incatenare perché era come un padre per loro. Ma nel 1994 è stato condannato a otto mesi di carcere per favoreggiamento per l’assassinio di Roberto Maranzano, ospite della comunità ammazzato come un cane. Muccioli fu assolto dall’accusa di omicidio colposo, ma dopo la sua morte (avvenuta nel 1995 a detta di molti a causa dell'Aids che aveva contratto da rapporti sessuali non protetti con qualche bella tossica di Sanpa),  la Corte di Cassazione sancì che fu un errore processare Muccioli per omicidio colposo e che, se fosse stato in vita, avrebbe dovuto essere giudicato di nuovo per la morte di Maranzano con la più grave accusa di maltrattamenti seguiti da morte.
Tramonta così, all'italiana, la parabola del simbolo del proibizionismo che negli anni d'oro, in cui Craxi faceva scrivere una legge assurda a Giuliano Vassalli (un fine giurista che verrà ricordato soprattutto per essere stato l'amante di Sandra Milo) e Rosa Russo Jervolino (non passò, ma nella bozza si prevedeva anche il ricovero coatto in comunità per chi veniva sopreso a farsi le canne, lo giuro), fu in prima fila a sostenere la lobby dei vari don Gelmini e fricchettoni della comunità Saman. La legalizzazione e la riduzione del danno non erano per niente un buon affare.

venerdì 5 agosto 2011

Il direttore di un sito ultracattolico molestava una ragazza di 26 anni. Manco la propaganda del politburo sovietico avrebbe pensato a tanto

Lui è uno dei miei miti, anche se non so che viso abbia. E adesso lo è anche di più. Dirige un sito che definire oltranzista cattolico è un eufemismo, Pontifex, dove trovano spazio tutte le posizioni più retrive dei nostalgici del Medioevo che affollano la già non troppo allegra compagnia di Santa Romana Chiesa. Gay, ebrei, atei, ma anche luterani e cattolici post-conciliari vengono regolarmente insultati con parole di una violenza inaudita da una banda di strani tipi per i quali anche il papa nazista è un mollaccione e che a volte sembrano tali e quali al matto che ha fatto una strage in Norvegia. Spesso toccano punte estreme di comicità e giustificano una rapida lettura delle loro pagine tanto per ridere sui loro strali contro gli "atei che sono il demonio" o contro "l'omosessualità che ha distrutto l'Impero Romano". Roba così, da citare nei discorsi da osteria con gli amici per sentirsi un po' superiori (perché rispetto a gente così si è per forza superiori). 
Ma poi arriva il colpo di scena, che neanche il politburo del Cremlino dei bei tempi sarebbe riuscito ad architettare.
A Bari, un avvocato di 49 anni, tale B.V., viene arrestato per aver molestato una ragazza di 26 anni della quale si era invaghito e che lavorava nella sua stessa azienda. Le ha chiesto prima il numero di cellulare e l'ha perseguitata per mesi con proposte sessuali, centinaia di e-mail e sms, telefonate e squilli fatti anche di notte, fino ad appendere il fegato di un animale al citofono di casa (!). Lo hanno beccato con le mani nel sacco mentre qualche notte fa scriveva altri insulti sul muro dell'abitazione di lei. 
Indovinate un po' chi è questo stalker (aka vecchio porco) con il gusto del gotico? Ma sì, è proprio lui, il direttore di Pontifex Bruno Volpe, scrive felice l'Unione degli Atei. Non ci posso credere, penso subito che si tratti di uno scherzo. Invece sul sito cattolico "non secolarizzato" è scomparso il suo nome e sulla pagina Facebook di Pontifex nessuno risponde alle numerose sollecitazioni degli utenti a chiarire la vicenda. Tutti zitti e muti, nonostante parecchi blog abbiano rilanciato la notizia.
Riderei di gusto, se non mi venisse in mente quella poveraccia torturata da un pervertito simile, che poi magari faceva la morale a Vasco Rossi o annunciava querele a Nanni Moretti per il film sul papa. C'è chi lo prendeva pure sul serio. Era solo un mostro dei tempi antichi, quelli in cui le donne erano costrette sempre a dire di sì.

Tutti in gita-pellegrinaggio con la Binetti: come coprirsi di ridicolo in nome di una spiritualità parecchio pelosa

Siamo tutti delle malelingue, me compreso. Abbiamo riso fino alle lacrime dell'ultima trovata della casta, il pellegrinaggio in Terra Santa per allungare il periodo di chiusura della Camera e le ferie, e invece si trattava di una "grande esperienza umana" per i parlamentari e le loro famiglie, tutti insieme sul torpedone a cantare stornelli (o a recitare il rosario). A svelare la nostra inutile cattiveria è stata quell'anima candida di Paola Binetti, la neuropsichiatra infantile (forse perché è in cura da se stessa) dell'Opus Dei, passata dalla Margherita al Pd, per poi finire nell'Udc, eletta due volte grazie alla legge elettorale porcata (anche perché chi diavolo mai l'avrebbe votata?). "Un modo per conoscersi, avvicinarsi, creare rapporti che tra le mura dei palazzi del potere non potrebbero mai nascere. Ripeto è un' esperienza bella e davvero particolare", racconta la nostra picchiatella che dorme su una tavola di legno e porta il cilicio, perché "ci costringe a riflettere sulla fatica del vivere, è il sacrificio della mamma che si sveglia di notte perché il bimbo piange" (non ridete, non ancora). Fustigatrice degli omosessuali (perché probabilmente lei si reprime) e della libera scelta delle donne in materia di procreazione assistita e aborto (tanto non sono problemi suoi), la Binetti è tristemente nota come una della pattuglia dei teodem, che raccludono fra gli altri il pregiudicato Enzo Carra e un gruppetto di transfughi da sinistra a destra, andata e ritorno. Intervistata dal Corriere della Sera, si è risentita del fatto che quest'anno le hanno rovinato le vacanze, con tutte queste proteste da parte dei soliti straccioni che si indignano delle magagne sue e dei suoi simili. Ci teneva tanto alla bella gita, una tradizione fin qui guidata da un altro campione, l'ex cappellano della Camera, mons. Rino Fisichella (quello che a Berlusconi perdona sia le bestemmie, sia il fatto di essere un divorziato puttaniere).
Se non fossero delle iene, farebbero pure tenerezza.

mercoledì 3 agosto 2011

Altro che dimissioni di Tremonti e elezioni anticipate. Con mezz'ora di sciocchezze Berlusconi manda tutti in vacanza.

Quando li vedo e li sento non so se mi fanno più pena o paura. C'è il giornalista ex deputato, il deputato ex giornalista, il noto esperto di politica, il bravo commentatore dal cognome che ti ricorda qualcosa, il direttore del quotidiano, il cronista che ha le fonti fra i camerieri della buvette e un lungo caravanserraglio di personaggi, che fra un salotto e l'altro della tv e le pagine dei giornali (quelli seri) fanno i loro bei discorsetti da persone informate, anzi informatissime sui fatti. E' dai tempi dello scandalo del caso Ruby (ormai è passato più di un anno) che ogni tanto uno si alza e col tono grave vaticina: si vota presto, a novembre, a marzo, anzi no il prossimo anno, anzi boh, vedrai che via Nazionale interviene, Napolitano non tollererà questo, la schiena dritta di tizio, l'autorevolezza di caio, Tremonti è spacciato, lo mandano via, è sicuro, blah blah.
Per l'ennesima volta, alla faccia di un Capo dello Stato titubante e dalla firma facile, alla faccia degli economisti cresciuti all'ombra di Standard's and Poor e delle grandi firme del giornalismo italiano, Silvio Berlusconi si è presentato alla Camera, ha detto mezz'ora di cazzate con a fianco il fido Tremonti e ha mandato tutti in vacanza con la promessa che lui resterà lì fino al 2013. A nessuno che venga in mente mai, che fino a che una maggioranza dei parlamentari continuerà a votar loro la fiducia (e fino a quando avremo una simile opposizione), per mandare via Silvio e Giulio non basterebbe una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu.
Ma no, dai, scherzavo. Non fate quella faccia. Si voterà presto, a ottobre, a dicembre, a marzo, con la sfilata primavera-estate, o magari con la collezione autunno-inverno. Me l'ha detto una fonte di via Nazionale, anzi del Quirinale, anzi boh.

martedì 2 agosto 2011

Camera chiusa per ferie. I deputati vanno in pellegrinaggio in Terra Santa

Sul fatto che domani Silvio Berlusconi farà il suo solito discorso da venditore di aria fritta c'è poco da dubitare. Lo conferma il calendario dei lavori della Camera dei Deputati, che oggi ha stabilito la chiusura per ferie dal 3 agosto, ovvero subito dopo il (finto) dibattito sull'informativa del presidente del Consiglio, fino alla bellezza del 12 settembre. Più di un mese di ferie in un momento non esattamente tranquillo, ma tanto solo chi si fa prendere in giro non ha già notato l'inutilità del Parlamento, in questa legislatura in cui si va avanti a colpi di decreti e voti di fiducia. 
Il Pd ha fatto finta di indignarsi un po', proponendo una settimanella in meno (che poi la gente si incazza). Niente da fare. Il pio e devoto Fabrizio Cicchitto ha fornito la sua spiegazione: dal 3 al 9 settembre "circa un centinaio di parlamentari fanno un pellegrinaggio. Per rispetto verso di loro abbiamo dunque ritenuto di iniziare le sedute dell'Aula la settimana successiva". 
Il pellegrinaggio (non ridete, dai) viene organizzato ogni anno in Terra Santa dal 2004 e, naturalmente, alla gita fuori porta partecipano parlamentari sia della maggioranza che dell'opposizione. Quindi, mi raccomando, non cominciate a rompere con la storia della casta e cercate di capire i bisogni spirituali di questo branco di corrotti, indagati, galeotti, massoni, maggiordomi e, ovviamente, cattolici.

La politica paga in contanti. Proprio come spacciatori ed evasori fiscali

Diciamoci la verità. Chi di noi girerebbe con in tasca più di 4-500 euro ed effettuerebbe pagamenti per quella somma in contanti? Nessuno sano di mente, visto che ormai fra bancomat, postepay, carte di credito e prepagate di ogni genere e colore, anche mia madre che ha ottantuno anni il borsellino lo apre giusto al bar per prendere il caffè. Sempre a patto che i soldi che si stanno spendendo siano il frutto di un onesto guadagno. Vincenzo Visco non è di certo una persona simpatica, ma per il mestiere che faceva non era necessario esserlo. La sua proposta per la tracciabilità dei pagamenti oltre i 100 euro magari poteva essere esagerata, ma per definirlo un "vampiro" bisognava essere proprio in malafede. Poi l'anno scorso si è svegliato Giulio Tremonti, ha scoperto che in fondo l'idea non era male e l'ha riproposta, alzando però la soglia della tracciabilità a 5.000 euro.
Cinquemila euro? All'epoca pensai che solo uno spacciatore di cocaina (col fumo non si alzano le stesse cifre) era in grado di girare con simili cifre in tasca, e invece mi sbagliavo. C'è un'altra categoria che fa più o meno le stesse cose dei pusher, quella degli ominidi che gravitano attorno al mondo della politica. E così viene fuori che il ministro dell'Economia maneggia migliaia di euro in banconote per pagare case in affitto non a suo nome, che il suo aiutante ha in una scatola di scarpe da ginnastica l'equivalente per l'acquisto di un piccolo appartamento in città e che fra quei diversamente disonesti dell'opposizione un tizio, non esattamente di passaggio, indagato per corruzione, concussione, turbativa d'asta e finanziamento illecito ai partiti teneva in casa undicimila euro in contanti. "Li uso per i viaggi", si è giustificato.
Aridatece er vampiro.