venerdì 29 aprile 2011

Beato Wojtyla, sessuofobo simbolo dell'oscurantismo e amico dei regimi totalitari.

Se Karol Wojtyla meriti o no di essere santo non è cosa sulla quale dovrebbe discutere un ateo. E poi, tutto sommato, vista la spiacevole compagnia che anche lui ha contribuito a creare (per esempio proclamando santi due personaggi come Padre Pio, definito dalle stesse autorità cattoliche uno schizofrenico autolesionista, e padre Escrivà de Balaguer, fondatore dell'Opus Dei e fiancheggiatore del regime franchista in Spagna), il buon Giovanni Paolo II non è che stoni più di tanto.
Eppure è impressionante la quantità di lati oscuri in cui si è fatto coinvolgere durante il suo lunghissimo pontificato. Tutti lo descrivono come colui che ha sconfitto il comunismo, senza naturalmente ammettere che nella caduta del Muro di Berlino hanno sicuramente giocato un ruolo più importante la musica rock e i modelli di vita consumistica occidentale, ma dimenticano le sue davvero spiacevoli tendenze neofasciste. Dalla volta in cui si affacciò in finestra con Augusto Pinochet, sanguinario dittatore cileno, passando per la beatificazione di Aloysius Stepinac, vescovo cattolico, complice in Croazia del regime filonazista di Ante Pavelic dal 1941 al 1945, Wojtyla ha sempre dimostrato un'insana passione per i torturatori del popolo, a patto che non fossero comunisti, ovviamente (ma alla fine ha fatto un'eccezione anche per Fidel Castro). Difficile capire cosa altro lo possa avere spinto a isolare in Salvador un vescovo come Oscar Romero, un prete che veramente era schierato dalla parte dei più deboli ed è stato ammazzato come un cane (il processo di beatificazione è iniziata nel 1997 e li è rimasta) o in Nicaragua, quando fu ripreso dalla telecamere mentre cazziava a morte padre Ernesto Cardenal, sospeso a divinis per essere diventato un ministro del governo sandinista e non aver mai speso una parola contro le feroci dittature sudamericane, tutte orgogliosamente cattoliche, come in Argentina, dove il nunzio apostolico giocava a tennis con i macellai del regime. Le mani dell'ex papa si sono macchiate del sangue della guerra nella ex Jugoslavia, scatenatasi anche per colpa dell'avventatissima decisione della Santa Sede di riconoscere unilateralmente la Croazia e i suoi criminali di guerra condannati dal Tribunale Penale Internazionale, come Ante Gotovina, protetto in patria dai francescani o il sostegno a Radio Marja, l'emittente polacca dichiaratamente antisemita, alla faccia di chi oggi ha il coraggio di scrivere che Wojtyla fu il papa che cercò la pace con islamici ed ebrei. Durante la sua permanenza in Vaticano è successo di tutto, dalla strana morte di papa Luciani al crack del Banco Ambrosiano, alla fuga di monsignor Paul Marcinkus, dal caso di Emanuela Orlandi fino al bizzarro attentato di Ali Agca e la definitiva presa del potere da parte della massoneria cattolica, la setta dell'Opus Dei, diventata prelatura personale dell'ordinamento cattolico.
In compenso, vittima oltre che dell'anticomunismo anche dell'ossessione per il sesso, è stato inflessibile contro uso del preservativo, aborto e divorzio, alzando il vocione per trattare le debolezze della gente come avrebbe dovuto invece fare con certi infami di suo gradimento. E a completamento del quadro, si è lasciato morire rifiutando un trattamento terapeutico come la Chiesa cattolica non vorrebbe consentire ai poveri cristi.
Se questo è un santo...

C'era una volta la Rai di Bernabei... ed era molto peggio di quella di Masi e Minzolini.

Uno guarda a Mauro Masi e Augusto Minzolini e pensa che la Rai sia una casa di tolleranza dove le donnine allegre abbondano in letizia. Ma questi due figuranti del berlusconismo impallidiscono di fronte al ricordo di quella che fu l'azienda di Ettore Bernabei, che come tutte le erbe cattive ha vita lunga e il prossimo mese di maggio compirà la bellezza di novant'anni. In un'intervista comparsa oggi su L'Espresso, intitolata "L'importanza di essere democristiano" (e importante lo era davvero ai bei tempi, non ce ne è uno infatti che non abbia fatto carriera), l'uomo che per 13 lunghissimi anni ha deciso il bello e il cattivo tempo a viale Mazzini si vanta con la boria di chi non ha mai dovuto rispondere delle sue assurdità di quando censurò Dario Fo a Canzonissima nel 1962, del fatto che ancora oggi è contrario al voto ai diciottenni, che è "convinto della diseguaglianza fra uomo e donna" (nel senso che le donne devono restarsene a casa a fare la calzetta), e del fatto che Forlani non lo cacciò perché era impossibile trovare "qualcuno che curi meglio di Bernabei gli interessi della Dc". 
Non solo, il grande vecchio della propaganda del biancofiore rivendica di essere un "fautore" delle raccomandazioni e soprattutto di essersi sempre informato se la persona da assumere fosse "credente". Come spartiva la torta? In modo equo, ovviamente: "tre posti alla Dc e due al resto del mondo". Poi, da vecchio decrepito qual è si fa prendere la mano, accusa il Pci della morte di Moro asserendo che le lettere dello statista dalla prigionia non erano scritte da lui, delira dei suoi colloqui con dio, glissa sulla sua appartenenza alla massoneria cattolica dell'Opus Dei e rivela di pregare per Silvio Berlusconi "perché possa avere la grazia di perdonare i suoi persecutori (sic)". 
Ogni tanto fa bene ricordare che voltarsi indietro è inutile. Questo paese è quello che è anche perché è stato sempre governato da gente inqualificabile, ignorante e molto stupida. Ma prona agli interessi dei potenti.

giovedì 28 aprile 2011

Di ritorno dalle vacanze, l'Italia è in guerra, si alimenta a forza e si spara anche qualche bella centrale nucleare.

Pochi giorni lontano dal lavoro e dal computer e guarda un po' che casino. Il nano che governa l'Italia ha incontrato lo gnomo che governa la Francia ed ebbro di potere e denaro (e magari anche invidioso della moglie del suo esimio collega) ha dichiarato guerra alla Libia, ha svelato la pietosa panzana che si cela dietro la moratoria sul nucleare e poi ha cercato di ingraziarsi le gerarchie cattoliche promettendo una rapida approvazione della legge sul testamento biologico, quella che ci costringerà tutti a restare attaccati a qualche cannuccia per far contento il prete scemo di turno.
Naturalmente, oltre alla sua ormai inguardabile claque, Silvio Berlusconi può sempre contare sugli utili idioti della sinistra. Dopo aver detto tutto e il contrario di tutto sul conflitto in Libia e aver accusato la Francia delle peggiori nefandezze, il premier Zelig ha annunciato che anche gli aerei italiani butteranno un po' di ordigni sulla testa del suo grande amico Muammar Gheddafi (mentre scrivo ambienti del Ministero della Guerra hanno annunciato festosi la prima missione dei caccia italiani che hanno sganciato le loro prime bombette, che si sa sono un po' come il primo dentino del bebè) e, ironia della sorte, l'opposizione l'ha trovata in casa, con i leghisti furenti che minacciano la tenuta della maggioranza. E il Pd? Le anime candide che si nascono dietro ai santini col faccione del presidente e la scritta "Io sto con Napolitano" saranno felici di sapere che l'ex fan del Patto di Varsavia ha detto che "l'ulteriore impegno dell'Italia in Libia costituisce il naturale sviluppo della scelta compiuta dall'Italia", giustificando in questo modo la follia del premier e una partecipazione all'ennesimo conflitto in barba alla Costituzione, e che la capogruppo al Senato Anna Finocchiaro ha garantito che "se verranno confermati i confini della risoluzione Onu 1973, non manchera’ l’assenso del Pd"
Viva la guerra, santa la guerra.  
E santo anche il nucleare, visto che per Enel e Edf si tratta di una partita da 20 miliardi di euro. La moratoria è solo una scusa per fare fessi gli italici polli e ripresentarsi fra due anni con qualche bel progetto di centrale fresco fresco. Tanto anche su quell'argomento nel Pd c'è una bella lobby pronta a sostenerlo, come del resto anche per il biotestamento, grazie ai seguaci dello scout Beppe "Ciccio" Fioroni, che vota sempre secondo coscienza (ma spesso insieme alla destra e quindi non si capisce che cosa ci stia a fare). Il ddl è un tale pastrocchio che malgrado l'annuncio della corsia preferenziale da parte del devoto animatore delle serate di Arcore la maggioranza ha comunque deciso di rinviare tutto al 18 maggio e quindi non in tempo utile per le prossime elezioni amministrative (ma comunque buono per un po' di propaganda parrocchiale). 
L'ultima comica? Quella del sindaco de Roma Gianni Alemanno, che proprio oggi festeggia i tre anni di dolce far niente sulla cima del Campidoglio. Interpellato sul probabile enorme casino che si verificherà in città fra sabato e domenica prossimi, con la beatificazione del papa polacco (fra riti satanici che prevedono anche l'esposizione di sangue e reliquie, brrr...)  e il solito pietoso concertone del 1 maggio, il primo cittadino romano ha testualmente detto: "Chi non ha interesse a seguire la beatificazione, mi auguro pochissimi, forse è meglio che quel giorno vada a fare una gita fuori porta perchè sicuramente la città sarà fortemente sollecitata".
Naturalmente, in puro stile palazzinaro della Brianza diventato premier, il nostro si è accorto dell'enormità della sua affermazione e ha chiesto scusa sostenendo che si trattava solo di un consiglio. 
Peccato. Il Comune potrebbe impegnare i suoi soldi nell'organizzare un po' di gite fuori porta per i romani che non se le possono permettere invece di gettare fondi per ripulire una città assediata da pellegrini e rockettari in posa.

venerdì 22 aprile 2011

Dopo la fecondazione artificiale, viaggi della speranza anche per i divorzi. Solo chi ha i soldi in Italia può difendersi dalle aberrazioni dei cattolici.

L'Europa è l'ultimo rifugio per gli italiani che vogliono aggirare le assurde imposizioni di leggi ispirate da un cattolicesimo oscurantista. A patto però che si abbiano i soldi. E così oltre alle migliaia di donne che vanno all'estero per ricorrere alla fecondazione eterologa, proibita da noi grazie a una legge del governo Berlusconi del 2004 (e che naturalmente il centrosinistra non ha abrogato, nè lo avrebbe fatto anche se il governo Prodi fosse durato di più), adesso ci sono anche quelli che intraprendono "viaggi della speranza" per ottenere il divorzio breve. Negli ultimi 5 anni almeno 8 mila coppie italiane hanno divorziato all'estero. Un fenomeno in continua ascesa causato, secondo Gian Ettore Gassani, presidente dell'Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani, dal ''nostro pachidermico iter processuale''. In Italia bisogna infatti attendere almeno 4 anni se si procede consensualmente nelle due procedure di separazione e divorzio ed anche fino a 13 anni se la separazione ed il divorzio hanno seguito un iter giudiziario. In altri paesi europei (Francia, Inghilterra, Spagna fra gli altri) ci vuole solo qualche mese. Le coppie che dispongono di mezzi economici affittano un appartamento all’estero, chiedono la residenza e subito dopo il divorzio. A quel punto lo Stato italiano non può far altro che prenderne atto e trascriverlo. Qualche anno fa fu portata in parlamento una proposta firmata da un deputato dei Democratici di sinistra per ridurre i tempi del divorzio a un anno dalla separazione, almeno per le coppie senza figli e disposte a presentare una richiesta consensuale. La maggioranza in parlamento (la stessa che poi giustifica le orge con le minorenni) bocciò anche questa proposta minimale. Da allora di “divorzio breve” non si è più parlato. Chi se lo può permettere, paga, come si fa con la Sacra Rota per ottenere l'annullamento anche del matrimonio religioso e magari risposarsi in Chiesa. Gli altri? Restano vittime del terribile ingranaggio del moralismo un tanto al chilo, come sempre forte coi deboli e debole coi potenti.

Berlusconi è meglio o peggio di Craxi e Andreotti?

Spesso fra le inutili chiacchiere che si fanno nei talk-show che si occupano di politica si tenta un paragone fra l'Italia di Silvio Berlusconi (perchè l'Italia, come diceva Guzzanti-Rutelli, nun è nè de' destra nè de' sinistra... è de Berlusconi) e quella della Prima Repubblica, tangentara e corrotta e cancellata dalle inchieste di Mani Pulite. Molti giornalisti a libro paga del Cavaliere ai bei tempi erano completamente asserviti a personaggi che al re del bunga-bunga non avevano molto da invidiare. Bettino Craxi, Giulio Andreotti, Arnaldo Forlani, la Dc, il Psi e tutti quei ridicoli partitini che sfruttavano nobili ideali di facciata (repubblicani, liberali e socialdemocratici) solo per partecipare al gran bottino, non erano affatto migliori dei potenti di oggi, come qualcuno a volte prova a far credere. E Berlusconi, lo sanno anche i sassi, è solo un prodotto di quel periodo, il Gattopardo che facendo finta di rappresentare il nuovo ha lasciato le cose inchiodate lì dove erano, con una maggioranza composta da ex socialisti, ex fascisti, finti cattolici con la passione per i roghi, atei devoti, tutti sdraiati davanti agli interessi dei poteri forti, che siano le banche, le industrie o il Vaticano. Tutto quel piccolo e schifoso mondo antico di una volta. Nessuno escluso, neanche gli ex comunisti, come al solito ridotti a raccogliere le briciole che cadono dal tavolo del padrone.
Però una differenza c'è.
Nessuno dei potenti di allora era anche il padrone della sua maggioranza. Nessuno avrebbe potuto contare su oltre 500 fra deputati e senatori pronti a votare anche l'inverosimile per tenere in sella il capo. Solo degli schiavi potrebbero immaginare di giudicare credibile la storia che la prostituta minorenne Ruby sia la nipote di Mubarak, o votare leggi come quelle sulla prescrizione breve, o proporre modifiche all'articolo 1 della Costituzione tanto per creare un caso. L'ultima è che dopo Pasqua questo branco di disperati alla canna del gas sarebbe pronto anche a votare la Porcata 2, una modifica della già orrenda legge elettorale, in modo da neutralizzare completamente la partecipazione al voto del Terzo Polo di finiani, casinisti e montezemolati.
Berlusconi, insomma, non è peggiore dei suoi padri putativi. E' il resto della banda che ormai non è in grado di provare neanche un briciolo di vergogna.

giovedì 21 aprile 2011

"Quanto sei cattolico?". Ecco il test online. Roba da Medioevo spinto.

Quanto sei cattolico? Ovviamente, io, neanche per niente. Non solo penso che dio non esista, ma fra tutti coloro che credono, i cattolici sono quelli che mi stanno meno simpatici, anche perché storicamente sono quelli che al genere umano hanno causato i danni peggiori. Ma non potevo resistere a fare un meraviglioso test online che consiglio a tutti, proposto dall'Uaar, l'unione degli atei e razionalisti. Il risultato delle mie risposte è che sono "incredulo" (con tanto di foto di Richard Dawkins, celebre scienziato dichiaratamente ateo), è chiaro che ho "deciso di fare questo test solo perché gli increduli sono molto curiosi, incrollabili esploratori del mondo" e vengo rimandato a un altro link in cui ci sono le risposte "esatte" alle domande proposte in base al magistero cattolico. 
E qui c'è di che spaventarsi. O ridere forte. "I battezzati non appartengono più a se stessi, e sono chiamati a essere obbedienti e sottomessi ai capi della Chiesa", il male deriva "dalla colpa di Adamo, che ci ha trasmesso un peccato per il quale tutti nasciamo contaminati", "la castità esprime la positiva integrazione della sessualità nella persona", "è intrinsecamente cattiva ogni azione che si proponga di impedire la procreazione", "con la fede l’uomo sottomette pienamente a Dio la propria intelligenza e la propria volontà", "gli atti di omosessualità sono gravi depravazioni" e via discorrendo con una montagna di idiozie che fanno ricordare la puzza di bruciato dei roghi a Campo de' Fiori e con le quali sembra difficile convincere anche un ragazzino delle elementari, anche se purtroppo sono proprio i demenziali insegnamenti del catechismo.
Essere cattolico, insomma, significa abdicare al proprio ruolo  di essere umano pensante, asservirsi al potere costituito, ammazzarsi di seghe e credere alle favole come quella di Adamo ed Eva. E' difficile credere che una persona raziocinante possa accettare simili assurdità ed è brutto affidare i propri figli nelle mani di chi propugna roba del genere.  

mercoledì 20 aprile 2011

Il nucleare a corrente alternata e l'ennesima legge ad personam per Berlusconi

Qualora ci fossero stati dubbi sul fatto che il ritorno al nucleare era solo un tentativo di speculazione edilizia per rimpinguare le casse dei "palazzinari" italiani, sono stati completamente spazzati via dalle ultime vicende, con il nostro amato presidente del Consiglio che per paura di affrontare il giudizio degli italiani ha messo in piedi il solito gioco delle tre carte congelando le procedure che avvierebbero la costruzione di nuove centrali. 
E' una truffa, ovviamente. Serve solo a neutralizzare il referendum, o quantomeno a smorzarne l'impatto emotivo sugli italiani, che già nel 1987 pronunciarono un secco no all'energia atomica e oggi, dopo la catastrofe in Giappone, lo avrebbero tanto volentieri rifatto. Ma come ha ammesso oggi il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, non si tratta di una rinuncia (altrimenti chi li sente Confindustria, Caltagirone e pazzerelli atomici prezzolati un tanto al chilo), ma di uno stop temporaneo che serve solo ad evitare una catastrofe nelle urne. Il solito "pacco" e l'ennesima legge ad personam per Silvio Berlusconi, al quale ovviamente del nucleare non frega nulla, se non per i grandi affari che è destinato ad aprire. 

lunedì 18 aprile 2011

"Il papa non si tocca!". I talebani dell'informazione italiana contro Nanni Moretti.

Premetto subito di non aver visto il nuovo film di Nanni Moretti, "Habemus Papam", dedicato ai dubbi esistenziali di un ipotetico pontefice depresso e sconfortato di fronte al peso delle responsabilità della sua elezione al soglio pontificio. Mi sono piaciuti tanti dei suoi lavori, ma forse più di tutto ho apprezzato la celebre sparata di Piazza Navona contro i leader bolliti del centrosinistra. Detto questo, era facile immaginare che la cosa avrebbe disturbato i talebani dell'informazione cattolica facendo emergere per l'ennesima volta l'italico vizio della stampa che se deve seguire l'attività di un potente lo fa fare a qualcuno a lui completamente asservito. E' il giornalismo "embedded", che esiste in tutti i paesi, ma altrove viene apertamente dichiarato.
E così il vaticanista della seconda agenzia di stampa italiana, tale Salvatore Izzo, prende carta e penna e scatena un vespaio scrivendo una lettera al quotidiano Avvenire nella quale invita i cattolici a non fidarsi dei "critici cattolici, anche se preti" che hanno parlato bene del film e a boicottare le sale. Perché? "Il papa non si tocca", è la risposta. In che senso? "Di motivi per non vedere il film di Moretti ce ne è almeno uno fortissimo, quello che ci hanno insegnato le nostre mamme: gioca con i fanti e lascia stare i santi", scrive il giornalista che piacerebbe anche al mullah Omar
La cosa in sè fa molto ridere, perché l'invito a non pensare con la propria testa svela la reale insignificanza delle argomentazioni alla base di qualsiasi fede religiosa. Ma fa veramente sganasciare il ricordo degli insegnamenti della mamma, visto che Izzo, ahilui, è il fratello di Angelo, neofascista, serial killer e mostro del Circeo. Anche lui allevato nei sacri valori della famiglia?
Nanni Moretti, intanto, ringrazia. Migliore pubblicità non gliela potevano fare.

venerdì 15 aprile 2011

Hey, ho! Dieci anni senza Joey...



Dieci anni fa se ne andava Joey Ramone, una delle persone nella mia vita per la cui morte ho pianto. Sarebbe difficile spiegare a chi non sa, perché questo segaligno ragazzone di Forest Hills, un diversamente abile affetto da disturbi compulsivi del comportamento, sia diventato l'emblema del riscatto di tutti coloro che in qualche modo sono stati messi ai margini della società. Eppure, quella voce, quel modo di aggrapparsi al microfono, i jeans strappati e il giubbotto di pelle sono ancora il simbolo di New York, del punk prima che venisse trasformato in moda da qualche fesso inglese, del rock'n'roll senza compromessi, delle band che una volta uscivano dalle cantine e non dai reality show. E' stato il più grande, senza alcun dubbio. E non si verificheranno mai le condizioni perché ne nasca un altro. 
Adios.

mercoledì 13 aprile 2011

Arriva YouCat ed è subito panico. Il catechismo autorizza il preservativo? Non ci sperate, era il solito scherzo da prete.

Lanciato a livello mediatico come se fosse la novità del secolo, grazie al suo nome che fa molto gggiovane utente della rete, YouCat (Youth Catechism), sussidio al catechismo della Chiesa cattolica per i giovani, è subito incappato in una gaffe memorabile. La domanda, in inglese, suonava così: "May a Christian married couple regulate the number of children they have?", ovvero, può una coppia di cristiani sposati regolare il numero dei bambini da avere? In italiano, qualche buontempone, l'ha tradotta così: ''Può una coppia di cristiani sposati usare metodi di controllo delle nascite?". La risposta era: "Yes, a Christian married couple may and should be responsible in using the gift and privilege of transmitting life", sì la coppia sposata può e dovrebbe essere responsabile nell'usare il dono e il privilegio di trasmettere la vita.
Panico fra gli astanti. Il catechismo del nuovo milllennio autorizza il preservativo? Manco per niente. Per controllare le nascite, cari giovani, c'è solo la sesso-autonomia, che come cantava tanti anni fa il compianto Stefano Rosso, "è come li blue-jeans, nun passa mai de moda".

La Lega svizzera vuole cacciare noi italiani. Si è sempre meridionali di qualcuno.

In "Così parlò Bellavista", versione cinematografica del libro di Luciano De Crescenzo, c'era una battuta memorabile. Nel palazzo del professore, in pieno centro a Napoli, vive anche un manager milanese che viene guardato con sospetto da tutti i condomini che raccontano su di lui le peggiori stranezze. Fino a quando De Crescenzo, incontrandolo in ascensore, gli chiede a bruciapelo: "Ma è vero che lei fa colazione con il tè e non con il caffè?". E quello: "Ma no... quella è mia moglie che è tedesca". Risposta: "Già, si è sempre meridionali di qualcuno". 
L'ho trovata perfetta per descrivere quello che succede al confine fra il varesotto e il Canton Ticino, dove la Lega svizzera vuole che vadano "fora da 'i ball"  proprio i padani. Pensate che gusto, alla frontiera, vedere i lumbard cacciati via "calci nel culo" al grido di "terroni!". Certe cose non hanno prezzo.

Spara leghista, spara.

Se è vero che la pistola viene vista spesso come un prolungamento del pene, 'sti padani oltre a non avercelo affatto duro mi sa che ce lo hanno anche piccolo. 
Dopo l'ex ministro della Giustizia, Roberto Castelli, che ieri si lamentava del fatto che contro gli immigrati che arrivano a Lampedusa "non possiamo sparargli, almeno per ora", ecco arrivare uno dei peggiori esemplari di quella vergogna nazionale che è la Lega Nord, l'eurodeputato Francesco Speroni, che ci regala una analisi storica da manuale. "Hitler ha sbagliato tutto: se fosse vissuto nei giorni nostri avrebbe mandato dei tedeschi coi barconi a invadere il mondo e nessuno avrebbe potuto fermarli perchè... beh, ci sono le ragioni umanitarie". 
Ho difficoltà a ricordare un'idiozia peggiore pronunciata da uno che è stato anche ministro della Repubblica. Qualcuno può darmi una mano? Altrimenti toccherà assegnargli la Palma d'Oro

martedì 12 aprile 2011

I gggggiovani??? Devono da studià, nun devono scenne in piazza a fa' casino, risponde la ministra col diploma di istituto alberghiero

Cosa devono fare i giovani senza lavoro?  
"Devono continuare a formarsi a prepararsi perché noi stiamo progressivamente costruendo una realtà diversa dove è indispensabile investire  sulle competenze. Sicuramente i giovani non devono andare in piazza per chiedere gli stessi privilegi che hanno chiesto le generazioni precedenti alla nostra, privilegi che si sono mangiati i nostri soldi. Dobbiamo chiedere una società dell’uguaglianza dove sono riconosciuti i meriti".
Domanda delle cento pistole: chi ha pronunciato questa frase? Ma ovviamente lei, Giorgia Meloni daaaa' Garbatella, la donna che è diventata ministro perché da gggiovane andava ad attaccare i manifesti del Fronte della Gioventù, (solo che essendo nata nel 1977 quando ci andava lei era già tutto bello che finito, visto che l'ultimo morto degli anni di piombo a Roma c'è stato quando lei aveva sei anni) che parla come la Ferilli quando sbraca o come le due ragazze di Ostia del calippo e 'na bira, e resta uno dei personaggi più amati da questo blog.
Ridiamoci su. Anche se francamente avrei voglia di chiarirle un attimo le idee sul fatto che chiedere un posto fisso o delle certezze sulla pensione non sono affatto privilegi che finiscono con il mangiare i soldi della collettività. Anzi, di solito le certezze economiche contribuiscono allo sviluppo, come le avrebbe spiegato qualunque professore di economia, anche quelli che insegnano all'istituto alberghiero dove si è fermata la sua carriera di studiosa. 
La realtà è che i soldi, dai tempi bui del suo vecchio duce al miracolo italiano del nuovo caudillo, se li sono mangiati quelli come lei, politici ignoranti, grezzi, proni ai desideri del padrone e lecchini nei confronti di preti e industriali e i sordi nostri (tanto per farci capire da Gggiorrgia) sono finiti in mille rivoli di clientele, di corruzione, di malavita.
Ma un giovane di destra, mettiamo un ex missino, uno che magari ci credeva davvero e che la pelle la ha rischiata sul serio, che ne pensa di queste cazzate?

La Grande Torino del Pd ricicla Giusy La Ganga, uno degli "eroi" di Tangentopoli

La Grande Torino del Partito Democratico, dopo le primarie in cui ha trionfato Piero Fassino, l'allampanato simbolo di mille sconfitte, ci riserva nuove gioie. Alle prossime comunali l'armata Brancaleone che dovrebbe opporsi alla deriva dittatoriale del Caimano presenta sotto la Mole un clamoroso ritorno, quello di Giusy La Ganga, ex craxiano doc, parlamentare socialista che negli anni novanta ha patteggiato con la procura una pena di 1 anno e otto mesi per finanziamento illecito ai partiti, uno dei pochi sodali del latitante di Hammamet a non essere passato dalla parte di Silvio, ma probabilmente solo perché il suo nome è stato per molto tempo assolutamente innominabile. Nel 1995 fu arrestato anche per ricettazione e passò una notte in cella prima di confessare l'addebito ed essere rilasciato. 
Potevano forse i vertici del partito farsi sfuggire un tipo simile? Niente affatto. Ed eccolo di nuovo in pista, stavolta insieme ai democratici della premiata ditta Chiamparino&Fassino, gli ex comunisti che adesso giocano a carte con Marchionne e 'sti cazzi degli operai, basta che il salotto buono sia contento e gli assicuri di governare in città per qualche anno ancora. Meraviglioso il commento della segretaria provinciale del Pd, Paola Bragantini: "E’ la fine di una storia che ci dobbiamo buttare alle spalle per costruire qualcosa di nuovo".
A La Ganga gli hanno detto di tutto, a partire dalle ironie sul cognome fino agli insulti veri e propri in mezzo alla strada. Ma "nuovo" non lo aveva osato mai nessuno. 
A Torino la vittoria di Fassino la danno per scontata. Vuoi vedere che con un po' di impegno riescono a perdere anche lì?

lunedì 11 aprile 2011

"Il Paradiso terrestre è esistito davvero". Gli ultimi deliri del fondamentalista del Cnr.

"Il paradiso terrestre è una realtà storica non una metafora", e "Adamo ed Eva sono la coppia originaria da cui è nato il genere umano". Simili bestialità ormai vengono confutate anche da tantissimi credenti, che puntano sulla simbologia e non sulla realtà storica di certi personaggi biblici, ma per uno che ha detto che il terremoto in Giappone è il segno del castigo di dio si tratta di ordinaria amministrazione. Intervistato da Repubblica, il clown della comunità scientifica italiana, il fondamentalista cattolico Roberto De Mattei, nominato nel 2004 vice presidente del Cnr da Letizia Moratti (allora ministro dell'Istruzione, oggi sindaco di Milano e mamma di Batman) non molla l'osso e si lascia andare. Sostiene che "la fede religiosa è lontana dall'essere un fatto privato e va testimoniata pubblicamente", dice di essere un "cattolico senza compromessi", si definisce allievo di Augusto Del Noce (sedicente filosofo democristiano noto per i suoi legami con il movimento di Comunione e Liberazione) e insiste sul disastro giapponese affermando con ghigno truce: "Non ho la pretesa di conoscere la ragione per cui dio ha permesso che ciò accadesse. Ma so che una ragione c'è", facendo intenere che così si imparano quegli zozzi musi gialli scintoisti.
E fin qui ci sarebbe solo da farsi due risate e via. Ma poi l'ometto va a mettere il dito nella piaga sbagliata. "Quelle che espongo non sono idee originali o particolari", ma idee "che affondano nelle radici della coscienza stessa dell'Occidente". Poi, di fronte all'interlocutore che gli fa notare che asserire che esista un disegno divino citando come prova la Bibbia è "un po' poco", lo scienziato risponde come i bambini dell'asilo: "Per un cattolico la Sacra Scrittura va letta non come libero esame razionalista, ma alla luce della tradizione e del magistero della Chiesa".
Vi segnalo la petizione on-line per chiedere le dimissioni di questo individuo da un incarico che suona come una beffa, la vice presidenza di un ente scientifico affidata a una specie di stregone voodoo.

Berlusconi e il comizio non autorizzato. Il caudillo arringa la (scarsa) folla a Milano.

Visto che le volte precedenti non era andata un granché, stavolta davanti al Palazzo di Giustizia di Milano Silvio Berlusconi ha provato a fare le cose più in grande. Uscito dall'udienza del processo sui diritti televisivi, il caudillo brianzolo ha improvvisato un vero e proprio comizio con l'aiuto anche di un microfono e dopo aver detto che per lui ''è stata una colossale perdita di tempo'', ha sparato a zero contro magistrati e giornalisti in puro stile da dittatore sudamericano. Ha chiamato "Stalin" il vice direttore di Repubblica che gli aveva fatto una domanda e poi giù con la solita sequenza di balle spaziali: ''sono soltanto processi mediatici fatti per buttare fango sull'avversario politico, che si considera un nemico da eliminare perché è l'unico ostacolo alla sinistra per tornare al potere''. 
Intorno a lui la solita sparuta folla di comparse di Mediaset (quelli dei 30 euro e un panino), il solito presepe delle forze dell'ordine (domanda: il comizio era autorizzato?) e le consuete telecamere e macchine fotografiche. Il messaggio insomma è che, mentre il paese va a rotoli soprattutto per colpa sua, lui non può "lavorare" perché deve perdere tempo coi giudici. Nessuno che spieghi, almeno in due-tre righe, che il processo affronta l'ennesima truffa del Caimano, una "cresta" sulla compravendita dei diritti di film americani che  Mediaset non comprava direttamente, ma da società offshore. La differenza tra il valore reale e quello finale serviva a mettere da parte fondi neri e Berlusconi avrebbe intascato 280 milioni di euro in dollari, lire, franchi francesi e svizzeri e fiorini olandesi, senza pagarvi le tasse e frodando i propri azionisti (falso in bilancio, un reato che lui stesso ha provveduto a depenalizzare). Una cosetta da niente che nell'esempio di democrazia da lui sempre citato, gli Stati Uniti, gli sarebbe costata vent'anni di carcere. Ma che volete che sia. Lui non può mica perdere il suo tempo così.

venerdì 8 aprile 2011

Le giovani eccellenze della Meloni e i consigli dello zio Silvio: "Fate regalini alle segretarie e venite al bunga bunga".

Giorgia Meloni ci prova in tutti i modi a darsi un tono. Il suo davvero poco utile ministero, che si segnala per iniziative ridicole come quella del videogioco sul Risorgimento (un boomerang che le è costato decine di migliaia di pernacchie virtuali), ha organizzato anche quest'anno il Campus Mentis, un'iniziativa che la ministra definisce "alta formazione, orientamento e job placement in un contesto residenziale, faccia a faccia con i responsabili  delle risorse umane delle più importanti aziende italiane ed estere operanti sul territorio nazionale". 
Oddio, ecchevvordì? 
Non si sa, tranne che si tratta di un premio assegnato con il contributo di un po' di aziende ai neolaureati che si sono particolarmente distinti (in che?), e che sono stati premiati a Palazzo Chigi. La Meloni gongola sostenendo che il 77% di coloro che hanno partecipato lo scorso anno all'iniziativa "hanno ricevuto una proposta di lavoro", tralasciando di farci sapere se per caso si tratta di stage senza rimborso, contratti precari o posti da spazzino comunale. Iniziativa un po' farlocca, ma innocua, se sulla scena non fosse arrivato il solito clown.
Silvio Berlusconi si è come al solito ritagliato il centro della scena. Ha visto un ragazzo con la barba e lo ha cazziato, poi ha adocchiato due tipe e non si e' trattenuto: ''Siete così brave che mi verrebbe voglia di invitarvi al bunga-bunga''. Poi, rivolgendosi ad un ragazzo, ha aggiunto sorridendo: ''Anche tu sei abbastanza carino, potresti venire...'', instillando qualche dubbio sui suoi orientamenti sessuali anche fra i sostenitori. Infine, ai nuovi geni in carriera un consiglio decisivo per il successo: "Mi raccomando, fate i complimenti a chiunque incontrate, e sempre un regalino alle segretarie, così quando chiederete un appuntamento a qualcuno avrete un trattamento di favore".
E tutto è ritornato magicamente farsa e propaganda di regime, avallata da quel davvero magnifico rettore dell'Università La Sapienza di Roma, Luigi Frati, diventato celebre per aver chiamato come professore ordinario, nella Facoltà di Medicina della Sapienza, il figlio Giacomo, già professore associato nella medesima facoltà, pochi giorni prima dell'entrata in vigore delle nuove norme contro il familismo nel reclutamento dei docenti universitari, il quale parla di "rafforzare la sinergia tra università e imprese"
Così si che si fa carriera.  

giovedì 7 aprile 2011

"Atei, siete il demonio!". De Mattei è il nuovo eroe dell'estremismo cattolico.

Finora lo avevano perculato quasi solo sui blog e su qualche sito internet che fa informazione. Ma ora di lui si è accorta anche Repubblica, che oggi ha pubblicato un articolo sul caso del folcloristico vice presidente del CNR, Roberto De Mattei, il quale ogni tanto utilizza il pulpito di Radio Maria per spararle particolarmente grosse. Un mattacchione, ossessionato da omosessuali, islamici e evoluzionisti (nè più nè meno della quasi totalità dei cattolici), che adesso è diventato l'eroe di Pontifex, il sito web probabilmente più oltranzista del già di per se' disarmante panorama ecclesiastico. "Essere attaccati da voi, oggi, é un onore. Siete il demonio. Atei!", scrive con la consueta lucidità da osteria nell'ora di chiusura il responsabile del sito. 
E ci regala una piccola gioia e un brivido di commozione.

Immigrati, quel pasticciaccio brutto della xenofobia italo-francese

Mettete insieme un nano con il complesso di Napoleone e un altro con il chiodo fisso per il bunga-bunga, a capo di due governi entrambi minacciati dalla destra estremista e xenofoba. Aggiungeteci un fiume di immigrati che passano per uno dei due paesi nel tentativo di raggiungere l'altro, azionate il frullatore e il pasticcio italo-francese è servito. Grandi chef il Fronte Nazionale guidato dalla figlia di Le Pen e la Lega Nord di Bossi e Maroni, i quali si rimpallano le rispettive responsabilità dopo aver cavalcato per anni la paura dell'immigrato e cercano di fare i conti con la storia, gli uni di fronte al loro orribile passato colonalista, gli altri ancora vittime delle singolari amicizie di Craxi e Andreotti. In mezzo, un branco di disperati che si vedono negare diritti elementari e qualche mafioso locale che aizza la folla per paura di perdere il suo microbusiness.  E stavolta c'è perfino chi è peggio di noi
Quasi un miracolo. 

mercoledì 6 aprile 2011

Il caso Ruby e la poliziotta in carriera.

E' durata solo dieci minuti, ma era ampiamente previsto, la prima udienza del processo contro il re del bunga-bunga, che ha visto i sostenitori delle opposte fazioni esibirsi davanti al Palazzo di Giustizia di Milano con slogan e striscioni, fra cui una gigantografia della prima pagina del Giornale di oggi con l'invito a processare la Boccassini. L'autore, tutto contento, ha spiegato all'Ansa di aver speso anche 19 euro per realizzarla. E c'è stato chi non ha mancato di ironizzare sulla squallida abitudine del premier di raccontare barzellette da osteria: "Silvio, la sai l'ultima? Che mo' so' cazzi". 
Folklore a parte, la prima giornata ha segnato solo due novità. Karima el-Mahroug, alias Ruby Rubacuori, e Giorgia Iafrate, commissario di polizia di turno in Questura che cedette alle pressioni di Palazzo Chigi, non si sono presentate come parte civile. Se per la giovane marocchina appare ovvio (farlo avrebbe significato ammettere di essersi prostituita con Berlusconi, o perlomeno a casa sua), lo stesso non si può dire della bella poliziotta "che ha salvato Berlusconi". Secondo il suo avvocato,  "é irrilevante che il capo di gabinetto quella notte abbia telefonato più volte a una giovanissima funzionaria all'inizio della sua carriera". 
A me, francamente, non sembra affatto irrilevante che un commissario (per quanto trentenne e all'inizio della carriera) si cali così le braghe accettando di commettere un reato (rilasciare una minorenne accusata di furto senza affidamento) solo perchè subisce una pressione assolutamente politica. Ma la sbirra de Frusinone aveva evidentemente intenzione di fare rapidamente carriera e probabilmente lo pensa ancora. Anche perché nessuno, come al solito, ha provveduto a mandarla a casa.

martedì 5 aprile 2011

Il vice presidente del Cnr colpisce ancora. I romani persero l'impero perché erano un branco di sodomiti

I tempi sono tristi e bui, ma per fortuna c'è sempre chi sa strapparci un sorriso. Fra le macchiette preferite da questo blog c'è il tristemente noto vice presidente del CNR, Roberto De Mattei, cattolico preconciliare con la nostalgia dei roghi a Campo de' Fiori, che dopo aver detto peste e corna delle teorie darwiniane e aver sostenuto che il disastro in Giappone è il "castigo di dio" (forse perché ha colpito solo quegli sporchi musi gialli scintoisti), torna ai microfoni di Radio Maria (l'emittente cattolica parafascista) per raccontarci di come crollò l'impero romano solo perché i discendenti di Cesare erano un branco di pederasti. Lo "studioso", non contento della pioggia di richieste di dimissioni piovute sulla sua testa e della presa di distanza dello stesso CNR, ha citato un oscuro scrittore latino del V secolo, Salviano di Marsiglia, secondo il quale i Cartaginesi finirono male per via dell’omosessualità, poi anche i romani si infettarono per “l’abominevole presenza di pochi invertiti” che sono una “vergogna per tutto l’impero”. Per fortuna  che arrivarono quei machos dei barbari, che “sono uno strumento del giudizio di Dio". Se volete ridere di gusto, questo è il link, brutti invertiti che non siete altro. Poi però non lamentatevi se dio vi punisce con uno tsunami nella vasca da bagno di casa.

lunedì 4 aprile 2011

Dopo Maciste contro Zorro, sugli schermi Giovanardi contro i Metallica

Per chi ha nostalgia di quelle pellicole da cinema parrocchiale di serie Z, dagli improbabili titoli di "Maciste contro Zorro", o "Ercole sfida Godzilla", consigliamo una breve chicca revival, dal titolo "Giovanardi e la Mussolini contro i Metallica". 
La storia è questa. L'AgenParl pubblica un servizio sul nuovo libro di Klaus Davi, "Porca Italia – Cosa dicono (e pensano) di noi nel mondo", nel quale compaiono i giudizi poco lusinghieri di alcune rockstar nei confronti del capocomico nazionale, Silvio Berlusconi. "Quell’uomo è pericoloso, ha troppo potere. Mi spaventa che Berlusconi possa allo stesso tempo possedere i media e guidare il Paese”, avrebbe detto il chitarrista dei Metallica, Kirk Hammett. “Berlusconi è un personaggio bizzarro. Trovo molto strano che uno come lui possa essere un leader politico. All’estero dicono tutti la stessa cosa: nessuno può credere che sia davvero lui il premier”, è stato il commento del leader dei Muse, Matt Bellamy. Due dichiarazioni fin troppo diplomatiche nei confronti di un paese così ridicolo agli occhi di tutti.
Ma naturalmente c'è chi ha preso subito d'aceto. Prima fra tutte, la nipote del duce Alessandra Mussolini (lei sì che incarna i valori nazionali della dittatura alla amatriciana), la quale è scesa direttamente alle minacce. "Noto dalle biografie di questi signori che hanno per loro ammissione fatto uso di droghe di tutti i generi. Potrei dire anch’io che i Paesi dove esiste il consumo libero della droga non siano Paesi democratici”. E annuncia: “Il 6 luglio sarò a Milano a fargli l’antidoping!”. Mentre l'idea della Mussolini che cerca di strappare qualche capello ai Metallica ci fa un sacco ridere (perché non vogliamo immaginarla alle prese con i contenitori per le urine) e speriamo davvero che si realizzi, qualcuno le faccia notare che gli Usa, da dove proviene la band, sono uno dei paesi maggiormente proibizionisti fra quelli "democratici".
Ma la ducia non resta sola. 
Quando sente puzza di giovani sballati arriva sempre lui, l'eroe della borghesia benpensante, il fustigatore del popolo delle discoteche, il talebano delle leggi antidroga, il sempre poco lucido Carlo Giovanardi, il quale fa addirittura un comunicato ufficiale con tanto di timbro di Palazzo Chigi. "Queste rockstar insultano il premier Berlusconi semplicemente perché riecheggiano e danno voce a quanti nel nostro Paese passano il loro tempo a denigrare il proprio premier e di conseguenza il loro Paese'', scrive sfidando la sintassi il nostro sottosegretario preferito. ''Criticano tanto Berlusconi, poi quando vengono in Italia scoprono che la nostra è una delle democrazie più evolute, con una situazione economica molto meno difficile rispetto ad altre economie, con cittadini assolutamente dotati di autorità democratica e per nulla plagiati da un presunto dittatore. Mi ricordano un po' quei giornalisti scrittori e attori radical-chic di sinistra che parlano così male di Berlusconi e dell'Italia, salvo poi arricchirsi grazie a questo antiberlusconismo salottiero''.
Diavoli di rockettari che non sono altro. Decine di milioni di dischi venduti in tutto il mondo e poi si arricchiscono con l'antiberlusconismo. I soliti capelloni drogati. 

venerdì 1 aprile 2011

Wojtyla beato, quanto ci costi

Gianni Alemanno ha preso un'altra sòla e se ne è accorto in ritardo. Da sabato 30 aprile Roma verrà presa in ostaggio per tre giorni dai fedeli di Wojtyla in occasione della beatificazione a tempo di record del papa polacco. Secondo l'Opera Romana Pellegrinaggi, i partecipanti saranno circa 300 mila per la veglia della notte del 30 aprile, altrettanti il primo maggio e il giorno successivo per la messa di ringraziamento e l'omaggio alla salma di Giovanni Paolo II, il tutto per una spesa preventivata di circa 1,2 milioni di euro "interamente coperti da sponsor e senza aggravio per le istituzioni". 
Il solito scherzo da prete. Come scrive Repubblica, il Campidoglio si aspetta molta più gente e ha presentato alle autorità vaticane una nota spese di circa 7,5 milioni di euro, comprensivi degli straordinari per raccolta dei rifiuti, straordinari dei Vigili urbani, Protezione Civile, e del personale dei trasporti pubblici. All'appello mancano 6 milioni di euro che potrebbero essere coperti dal governo, visto che il Vicariato non ha alcuna intenzione di mettere mano al portafoglio.  Vada come vada, paghiamo noi. Ovviamente.

Gli stipendi dei manager italiani, gli unici che non pagano la crisi

Uno guarda gli stipendi dei manager italiani (ai primi posti c'è gente che ha collezionato solo disastri o mezze figure) e sente un irrefrenabile desiderio di iscriversi ai comunisti. Basta sfogliare infatti le dichiarazione dei redditi di certe persone e subito salta all'occhio lo sproposito fra le loro retribuzioni e quelle di operai e impiegati che continuano a licenziare. Il Paperone di quest'anno è il banchiere che piace alla sinistra, l'ex amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo,  che grazie alla maxi liquidazione (38 milioni di euro!) guida la classifica con 40,6 milioni. Gli altri sono molto distanti, ma l'ex presidente di Fiat, Luca Cordero di Montezemolo ha incassato 8,7 milioni, grazie all'incarico, ancora ricoperto malgrado i non esaltanti risultati degli ultimi anni, di presidente della Ferrari (7,5 milioni). Al terzo posto c'è il presidente della Pirelli (e affossatore di Telecom Italia) Marco Tronchetti Provera, che sfiora i 6 milioni, seguito a un'incollatura dall'immortale Cesare Geronzi, presidente di Mediobanca e Generali, con oltre5 milioni. Al quinto posto l'amministratore delegato di Eni Paolo Scaroni, condannato nel 1996 per tangenti perche' da responsabile di un'azienda privata pagava tangenti al Psi per ottenere gli appalti, con  4,4 milioni e l'attuale amministratore delegato della Fiat (quello che riduce le pause per pisciare agli operai e poi in catena non c'è un modello da produrre), Sergio Marchionne, con 3,4 milioni.
Sono solo la punta dell'iceberg di una casta trasversale che ha lentamente condotto questo paese alla rovina economica, legati a doppio, se non a triplo filo, col potere politico e capaci di restare sempre a galla anche davanti agli tsunami. Tanto c'è sempre qualche nuova legge sul precariato o i contributi pubblici per i prepensionamenti.